Poi dicono che non c’è più religione.
A Carmiano, ridente centro agricolo salentino, ultimamente ce n’è fin troppa.
I soggettisti cinematografici italiani di film senza particolare interesse culturale (quelli che però poi vanno fortissimi nei finanziamenti ministeriali) potrebbero trarre innumerevoli spunti da questa storia di giovani di provincia, di Gesù, di Calvarii, di apparizioni e di successive sparizioni.
Al centro della vicenda: Tony Laggetta, di Carmiano, classe 1987, di professione profeta della porta accanto, fondatore dell’Associazione ONLUS “Calvario di Gesù Crocifisso”.
La prima particolarità di questo ventiquattrenne è che Dio gli parla fin dall’infanzia, dandogli ogni volta precise norme comportamentali (da come praticare guarigioni miracolose a consigli sul look) e risultando sempre preciso come uno svizzero nel rispettare gli appuntamenti (il prossimo è previsto per il 2 dicembre) e saggio come un maestro stuccatore-intonacatore di Neviano nel progettare cappelle e piccoli edifici religiosi.
La seconda particolarità è che sempre più persone gli danno retta, fino a frequentare in piccole folle i luoghi sacri che Tony costruisce e dota puntualmente di nuove file di scranni in tufo, ancora una volta su schema del geometra (più che architetto) divino.
Tony Laggetta è un Mozart della predica.
Si racconta, sul sito ufficiale del Calvario, che sua madre, Pierina Capone, aveva notato fin dalla più tenera età di suo figlio che Tony fosse in grado di imparare a memoria complesse omelie e lunghe formule liturgiche, riuscendo ad imitare alla perfezione il sacerdote che aveva appena ascoltato a Messa.
Considerato che erano gli anni ‘90 di Beverly Hills e di Bayside School, la cosa non dovette passare inosservata, in paese.
La svolta, però, arriva quando Tony riceve una visita dal Signore che gli notifica di aver appena ricevuto in dono la possibilità di comunicare con lui, una memoria prodigiosa e la capacità di guarire le persone con la sola imposizione di ore ed ore di racconti ultraterreni da parte di una persona dotata di memoria prodigiosa.
Eventualmente i racconti potevano essere commutati con la donazione di fondi agricoli, come successe con A.M.C, che finirà per donare la proprietà su cui sorge la mini-Mecca del Calvario di Gesù Crocifisso, costruita secondo precisissime indicazioni da parte del Signore (che qui in particolare sembra un personaggio di una delle tante canzoni sui muratori di Andrea Baccassino): “il pianerottolo sarà alto un metro e mezzo e ai lati ci saranno due scale”:
La storia completa delle apparizioni a Tony è contenuta in questa fondamentale pagina web, che include anche le volte che il Signore inviò i Santi Medici in sua vece (per privarlo momentaneamente del dono) o la volta che Sant’Oronzo – un santo di città – decise di scomodarsi e comparirgli davanti in piena campagna, mentre guidava sulla strada per Leverano.
E’ chiaro fin dalla sua tenerissima infanzia che si tratta di un vero talento, che potrebbe essere usato per ben altri scopi, come quiz televisivi condotti dal compianto Mike Bongiorno (che non lo avrebbe mai colto impreparato in un’eventuale apparizione) o convention motivazionali per aziende per stanno per mandarti in cassa integrazione.
Affascinante, dotato di occhi luminosi, eloquente quanto basta nel Medioevo linguistico in cui siamo capitati, Tony non si può non definire un modello atipico da seguire per un coetaneo di provincia altrimenti in balìa di pokerini elettronici e di rate della palestra da pagare.
In effetti, sulla carta, Tony Laggetta sembrerebbe proprio un ragazzo d’altri tempi.Il suo Dio, anche.
In una delle tante comunicazioni cielo-famiglia di cui Tony è stato destinatario privilegiato, il Signore gli avrebbe addirittura probito specificatamente di “fare tatuaggi sulla sua pelle, né piercing”.
Speriamo solo che alla prossima indicazioni da lookologo non gli imponga di indossare esclusivamente maglioni a rombi.
L’unico piercing che Tony avrebbe avuto sarebbero state le stimmate di cui il Signore, che gli appare con la stessa frequenza di un utente della lista “intimi” nella chat di Facebook, lo ha dotato.
L’unico tattoo quel volto celeste bene impresso nella mente.
Purtroppo, c’è un ma.
Tony è sì l’unico ragazzo in grado di fare apparire Gesù su un muretto a secco, ma è capace anche di fare sparire dalla circolazione figli di famiglia, sottratti alla severa discliplina dei sabati al pub e delle domeniche alla sala giochi da un fanatismo religioso.
Il primo caso eclatante è quello sollevato dalla sorella di Alessandro Martinez, 20 anni, anch’egli di Carmiano.
La signora Roberta rivolge delle accuse molto gravi a Tony:
Mio fratello abbandona la sua famiglia per seguire un falso profeta! Tony Laggetta è il ragazzo che vede e parla con Dio! Con tanto di prescelti! A me non dava alcun fastidio fino a quando ha plagiato mio fratello di anni 20, facendogli credere che Dio in persona gli ha dato un dono. Quello di “esorcizzare con gli occhi”. Però gli ha anche detto tramite questo Tony che deve soffrire tanto, essere perseguitato, stare sempre con lui, anche di notte. Dormire nello stesso letto e soprattutto stare lontano dalla sua famiglia, perchè noi siamo il male.
Non lo vediamo da agosto. Parla raramente e di nascosto solo con mia madre, al resto della famiglia augura la morte. [...] Siamo disperati sul serio! [ci siamo permessi di omettere qualche sfilza di punti esclamativi ndr].
Da quando la stampa locale ha cominciato a riprendere questo caso, apriti cielo.
Ha preso il via una guerra santa che si combatte a colpi di like, di contatori di visite, ma anche di piccoli e medi auguri di morte.
Dallo scontro verbale nella dimensione paesana, non appena i media ha connotato dell’allure delle pagine di cronaca il grido di dolore di Roberta, si è passati abbastanza in fretta alle vie di Facebook.
E, di questi tempi, la cosa equivale senz’altro a passare alle vie di fatto.
Colpisce come una diatriba nata in un territorio ancora relativamente rurale come l’agro di Carmiano possa giungere così presto allo scontro fratricida sul web, grazie a una grande determinazione da entrambe le parti in causa, che hanno deciso di utilizzare gli ultimi ritrovati delle tecniche di comunicazion socialmediali e di avvalersi di veri e propri team di comunicazione in loro soccorso.
Il fronte anti-Calvario, che è capeggiato dalla sorella di Alessandro, conta decisamente sull’appoggio dei media tradizionali.
Gli articoli apparsi sui giornali salentini sono tutti di tenore sensazionalistico ed invocano come minimo l’intervento arcivescovile.
Dopo un atteggiamento neutrale, derivante perlopiù dalla paura di creare ingiustificato hype nei confronti di una non-notizia, la storia del presunto rapimento è stata troppo ghiotta per non essere ripresa copiosamente.
Dal canto suo, però, anche l’arsenale online del fronte pro-Calvario non scherza affatto.
Può contare su:
1) pagina fan Facebook con 219 fan (pochini contro la pagina nemica, che conta 348 fan e che si intitola, suggestivamente, “Il Calvario di Gesù crocifisso è una bufala”) ma codice fiscale dell’Onlus incluso perfino nel nome utente (che risulta quindi: “Calvario di Gesù Crocifisso “Associazione aps/onlus” c.f. 93116690759”, una chicca da fare invidia alle pagine Facebook ai nomi insoliti, cfr. l’inimitabile Giada Pezzaioli Amicizie Esaurite);
2) sito web ben curato e aggiornato, con tanto di contatore dalle 20.287 visite (alle 14 del 17 novembre), candidatura alla Net Parade, iscrizione a prestigiosi network di scambio banner e di Google Map georeferenziata sulla location dell’apparizione;
3) apparizioni regolari almeno con 300 fedeli a botta.
Con una grande competenza socialmediale, quasi da campagna politica, il gruppo “contro” utilizza ogni mezzo a disposizione di una moderna pagina Facebook per far sì che la storia di Alessandro non si possa ripetere.
Si adoperano addirittura strumenti come i memi fotografici.
Il più efficace potrebbe essere quello che ritrae Willy Wonka nell’atto di mettere in dubbio la credibilità di Tony Laggetta.
Altrove, si tira in ballo perfino Flavio Briatore e lo stile comunicativo che ha inaugurato col reality “The Apprentice”: “Tony hai chiesto subito aiuto al Padre, non sei un team leader. Per me… sei fuori!”
Insomma la si butta in sberleffo.
In effetti, a parte la scelta di Martinez di andare a vivere fuori di casa praticando esorcismi a vista, e l’augurio di morte, la famiglia non sembra avere molto contro Tony.
A tratti sembra di sentire il compianto Mario Brega di “Un sacco bello” gridare “ANACOLI, ANACOLI DE CHE, tu stavi qui co tu madre, e mo’ stai lì co uno che dice che c’aveva ‘na spada de foco!”.
In effetti se, a quanto riferisce la signora Roberta, il gruppo dei pro-Calvario non fosse passato nettamente dalla parte del torto tirando in ballo la morte, non avremmo molto di cui accusare un gruppo di fratelli di Gesù e cugini di primo grado di San Giovanni Battista maggiorenni e vaccinati, fermamente decisi ad essere “uno in Cristo” al punto da condividere le giornate e i materassi.
Delle due, l’una. O sono davvero cambiati i tempi e le famiglie hanno cambiato costumi (le stesse famiglie che, una volta, sarebbe state le prime a cercare disperatamente di gettare ai piedi della Croce un ragazzo dalle frequentazioni sospette e dalle cattive abitudini: donne, gioco d’azzardo, fumo, alcool) al punto di ravvisare nella religiosità (seppure estrema) una fonte di eterodossia rispetto alla normalità troppo sospetta per essere vera, o troppo sospetta di per sé.
Oppure Tony Laggetta ed entourage si sono un po’ fatti prendere la mano ed è il caso di cominciare a volare un po’ più bassi se non vogliono trovarsi il vescovo di Lecce alla calcagna, come preannunciava domenica scorsa un articolone di Fabiana Pacella sul Quotidiano.
A meno che Tony non abbia deciso di essere in missione per conto di un Dio tutto suo.
Giovanni De Stefano
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Juicer Reviews (giovedì, 25 aprile 2013 12:53)
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