L’accostamento fondamentalismo-Islam risulta oggi immediato, comodo, addirittura lampante.
Eppure esiste un fondamentalismo che non è fatto di bombe, non parla arabo e non si rivolge alla Mecca quando prega.
Se considerassimo la buona abitudine di approfondire l’etimo delle parole correntemente in voga – e riscoprissimo il fascino del vocabolario – debelleremmo la maggior parte
delle convinzioni che influenzano la società moderna. Per dirla col protagonista del film neorealista Umberto D. diretto da De Sica nel ’52:
“Certe cose avvengono perché non si sa la grammatica: tutti ne approfittano degli ignoranti.”
La parola è potere, come riconobbe lo scrittore statunitense Ralph Waldo Emerson: i grandi mutamenti della Storia avvengono dapprima sul piano linguistico, poi sociale, e
per cambiare il mondo occorre prima cambiare il significato delle parole.
E’ occorsa la ridefinizione del significato di razza per annientare, almeno su carta, il razzismo, e diOlocausto – che in origine significava
semplicemente “sacrificio”, soprattutto della propria vita, ispirato da una dedizione completa al proprio ideale – per ornamentare la macabra vicenda dello sterminio degli ebrei con un
appellativo vistoso.
Qui la parola in esame è fondamentalismo.
vocabolo, di derivazione anglosassone, nacque tra il 1878 e il 1918 per indicare una corrente della religiosità protestante che si sviluppò negli Stati Uniti per riaffermare alcuni punti
irrinunciabili della fede, definiti appunto fundamentals, dedotti attraverso un’interpretazione letterale delle Scritture.
Il fondamentalismo prevedeva, tra le altre cose, l’assolutizzazione di un Libro sacro - la Bibbia - ed il mito di una società delle origini da riprodurre nel tempo presente.
E’ ormai prassi comune associare la parola fondamentalismo agli episodi di estremismo ofanatismo islamico. Il vocabolo rimanda ineluttabilmente alle vignette
satiriche del quotidiano danese – che vedono Maometto raffigurato con una bomba al posto del turbante – le quali nel 2005 suscitarono la violenta indignazione del vicino Oriente.
Rimanda agli attacchi alle ambasciate americane di Nairobi e Dar el Salam nel ’98, ai boeing dirottati dell’11 settembre 2001.
Alle esplosioni di Kuta Beach del 2002, ai camion imbottiti di tritolo a Ryad, nel 2003, o agli attentatori muniti di giubbotti esplosivi a Casablanca nello stesso anno.
Ricorda l’autobomba esplosa davanti al quartier generale dell’ONU a Baghdad, il camion-bomba di Nassiriya nel 2003, i morti di Kerbala nel 2004, le dieci bombe sui treni di Madrid.
L’accostamento fondamentalismo-Islam risulta oggi immediato, comodo, addirittura lampante.
Eppure esiste un fondamentalismo che non è fatto di bombe, non parla arabo e non si rivolge alla Mecca quando prega.
Nella sua accezione originale come in quella d’uso corrente – che lo amalgama ai vocaboli integrismo,tradizionalismo e conservatorismo – la parola
delinea propriamente una caratteristica fondante delle principali religioni del mondo, in specie monoteiste: l’ostentazione dell’unica indiscutibile Verità.
Nel tentativo di distinguersi dal fondamentalismo islamico la Chiesa cattolica, rappresentante la religione ufficiale del Paese in cui vivo, ha un tempo sottolineato per mezzo dei suoi
leader:
“Il ricorso alla violenza in nome del proprio credo religioso costituisce una deformazione degli insegnamenti stessi delle maggiori religioni. […] l’uso della violenza non può trovare fondate giustificazioni religiose né promuovere la crescita dell’autentico sentimento religioso.”
Tuttavia, come ha rilevato il teologo Francois Houtart, è da considerarsi altrettanto violento il culto della sofferenza, del sacrificio, del martirio, dell’auto-immolazione
caratterizzante la tradizione cristiana.
E’ violenta, seppur in diversa chiave, la vocazione all’evangelizzazione e alla conversione degli “infedeli” secondo la convinzione d’essere gli unici portatori della Parola di Dio e di avere
il compito di stabilire il Suo regno sulla terra.
E’ violenta la contrapposizione fedele/infedele alla base di ogni fanatismo, come anche la lotta Bene/Male tipicamente legata alla religione.
Il Cattolicesimo è espressamente fondamentalista nella misura in cui, attraverso la costituzione dogmatica Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I, proclama il
dogma dell’infallibilità pontificale, ovvero della veridicità assoluta – e quindi fondamentale – delle affermazioni del Papa, come il testo stesso riporta:
“Richiamandoci dunque fedelmente alla tradizione, come l’abbiamo assunta dalle prime epoche del Cristianesimo, noi insegniamo, ad onore di Dio, nostro Salvatore, per gloria della Religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio, e dichiariamo quale dogma rivelato da Dio: ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa, allora egli, in forza dell’assistenza divina conferitagli dal beato Pietro, possiede appunto quella infallibilità, della quale il divino Redentore volle munire la sua Chiesa nelle decisioni riguardanti la dottrina della fede e dei costumi. Pertanto, tali decreti e insegnamenti del Romano Pontefice non consentono più modifica alcuna, e precisamente per sé medesimi, e non solo in conseguenza all’approvazione ecclesiastica. Tuttavia, chi dovesse arrogarsi, che Dio ne guardi, di contraddire a questa decisione di fede, sarà oggetto di scomunica. Dato in Roma, in solenne pubblica assemblea nella Basilica Vaticana, nell’anno del Signore 1870, il 18 Luglio, nel venticinquesimo anno del nostro pontificato.”
Il Cattolicesimo è espressamente fondamentalista nella misura in cui interpreta testualmente, “alla lettera”, le Sacre Scritture e proclama, secondo quanto Tascio
Cecilio Cipriano da Cartagine – poi San Cipriano, anche per brevità – dichiarò nell’Epistula 73, 21, 2: Salus extra ecclesiam non est: non esiste salvezza al di fuori del
materno ventre della Chiesa di Roma.
I fedeli che, interessandosi attivamente alla dottrina, hanno scorto un seme di fondamentalismo nella religione cristiano-cattolica hanno preso a coltivare una dimensione privata della
stessa, riconoscendone alcuni fondamenti e respingendone altri.
La popolazione italiana conta una maggioranza di sedicenti cattolici praticanti che disconosce l’esplicito divieto della Chiesa all’utilizzo di anticoncezionali, non ha
nulla in contrario ai rapporti omosessuali, è favorevole all’aborto e contraria alla pena di morte, rifiuta la nascita verginale di Gesù o la novella dell’Eden – precetti,
questi, fondamentali della dottrina – e tuttavia continua a considerarsi “cattolica praticante”; più per timore d’essere ripudiata dai consimili, famigliari inclusi,
che per altro.
Ho tradotto, previa autorizzazione, un breve elenco – trovato su un sito statunitense – delle ragioni per i cristiani rischiano d’essere considerati, a pieno
titolo, fondamentalisti:
Sei un fondamentalista cristiano quando:
1- Neghi energicamente l’esistenza delle migliaia di divinità predicate dalle altre religioni ma ti consideri oltraggiato quando qualcuno nega l’esistenza delle tue;
2- Ti consideri insultato e “disumanizzato” quando gli scienziati affermano che l’uomo si è evoluto da altre forme di vita ma non hai nulla da ridire quando la Bibbia asserisce che siamo stati creati dal fango;
3- Ridi dei politeisti ma non hai nulla in contrario al credere in un Dio Trino;
4- Diventi verde di rabbia quando sai delle “atrocità” commesse per Allah, ma non fai una piega nel leggere di quando Dio/Geova massacrò tutti i bambini d’Egitto in “Esodo” ed ordinò lo sterminio di interi gruppi etnici in “Giosuè” inclusi bambini, donne ed alberi;
5- Schernisci le credenze indù che divinizzano gli esseri umani e i racconti di dei greci che vanno a coricarsi con umani, ma non trovi nulla di strano nel credere che lo Spirito Santo abbia ingravidato Maria, la quale partorì un uomo-Dio che fu poi ucciso, tornò in vita ed ascese al cielo;
6- Hai intenzione di trascorrere la tua vita a caccia di piccole controversie per screditare l’era dominata dalla Scienza (ovvero alcuni miliardi di anni) ma ritieni giusto credere a datazioni registrate da uomini tribali dell’Età del Bronzo, che se ne stavano seduti nelle loro tende a supporre che la Terra fosse vecchia appena di qualche generazione;
7- Credi che l’intera popolazione di questo pianeta, ad eccezione di quanti condividono le tue credenze – escluse quindi le sette rivali – trascorrerà l’eternità in un Inferno di Sofferenze, e tuttavia consideri la tua religione la più “tollerante” e “caritatevole”;
8- Finché la scienza moderna, la storia, la geologia, la biologia e la fisica non saranno riuscite a convincerti del contrario, uno squilibrato che si rotola sul pavimento parlando “in lingue” costituirà tutta la testimonianza di cui abbisogni per “dimostrare” la veridicità del Cristianesimo;
9- Definisci lo 0,01% come “un alto tasso di successo” in termini di preghiere esaudite, e consideri questa un’evidenza del fatto che le preghiere funzionino. Ritieni che il restante 99,99% dei fallimenti sia la semplice volontà di Dio;
10- Sei molto meno informato di molti atei ed agnostici riguardo la Bibbia, la cristianità e la storia della Chiesa, ma continui a considerarti cristiano.
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