Che ogni uomo sia il risultato e lo specchio del mondo in cui è vissuto è talmente intuitivo che non è il caso di spiegarlo.
Viviamo, infatti, in quella che si chiama "civiltà" e cioè una fitta rete di rapporti tra vicini (nel senso più ampio) i cui caratteri, filosofie, comportamenti e azioni coprono un arco di
possibilità che va da più infinito a meno infinito.
Il percorso di vita di una persona, nelle idee e nel comportamento non può che essere il risultato di una continua osservazione e di una intelligente creazione al proprio mondo.
Per comprendere Papa Ratzinger, classe 1927, semplice famiglia borghese, padre abituato all’ordine e al buon senso della burocrazia tedesca, anzi austriaca, mondo tranquillo
di periferia, valori tradizionali, usi e costumi ripetuti in una società essenzialmente contadina, aspirazioni entro il limite di una piccola cittadina.
E poi il tempo scandito dalle ricorrenze religiose, il gusto del bel santuario barocco nella valle del Salzach, circondato da boschi dove cercare il lattughino
selvatico.
La casa modesta, la soluzione dei problemi di sopravvivenza, il presepio a Natale, la scuola per le ragazze, il Venerdì Santo.
Sembra poco, ma tutto questo rimane impresso nella memoria di Ratzinger come il ricordo di un angolo di paradiso.
Eppure il mondo era in crisi!
Siamo nel periodo della grande depressione economica in Germania, dopoguerra successivo alla Prima Guerra mondiale.
E’ il mondo descritto con evidenza, ma senza animosità, con partecipazione, ma senza odio o contrapposizione, da uno dei più grandi scrittori
tedeschi, Rudolf Wilhelm Friederich Ditzen di Greifswald, morto a Berlino il
1947, conosciuto anche in Italia con il nome di Hans Fallada.
La società europea, nella prima metà del XX secolo oscilla i due estremi di una assurda contrapposizione di vittorie e rivincite aventi come protagonisti due nazioni, Francia e Germania, una
contrapposizione del tutto inconcepibile da parte della attuale nuova generazione.
In periferia, negli anni trenta, la povertà era silenziosa perché lo spirito di rivalsa arrivava attutito, mentre il mondo politico del presidente Hinderburg era senza idee e senza credibilità.
Gennaio 1933 - Hinderburg affida a Hitler l’incarico di cancelliere del Reich.
I nazisti parlano senza finzioni di presa del potere, ma anche essi hanno un limite: la Chiesa.
Era il centro del vivere civile, sarebbe stato troppo imprudente per il regime contrapporsi.
Così avvenne che la Chiesa rimase come un nucleo del passato, dei valori normali, della preghiera, dello scambio del segno di pace, della sinfonia di Beethoven, del concerto dei Piccoli cantori
nella Cattedrale.
Il mondo esterno?
All’inizio era l’irrealtà dei grandi trionfi, poi l’inquietudine di un fronte immenso, dalle lontane pianure della Russia.
Poi 1943, l’arruolamento nel cosiddetto " servizio lavorativo" anche per i seminaristi, con relativo "culto delle vanga", l’insicurezza, il crollo di tutto: città, palazzi e chiese,
trasporti, rifornimenti, speranza di sopravvivere, speranzsa di rivedere i famigliari.
Ed ecco il ritorno a casa di Joseph Ratzinger come da lui stesso raccontato.
"Ancora più impressionante fu per me la vista dell’amata Salisburgo, dove non solo la stazione era ridotta a cumulo di macerie ma anche il simbolo della Città, il grandioso Duomo
Rinascimentale era un rudere con il crollo della cupola. Dal momento che il treno, a causa degli attacchi aerei transitava per Traustein senza sostare, non restò altro da fare che
saltare giù mentre era in corsa."
L’intelligenza e la semplicità nell’osservare quanto accade senza preconcetti e partito preso.
Ed era accaduto che nel pendolo delle esagerazioni, e contrapposizioni, del dolore e stragi di milioni di esseri umani, una sola entità civile era rimasta immune e immutabile: la Chiesa, un
polo di pace.
Tornando alla cronaca commentiamo la notizia di un Vescovo cattolico, Don Luigi Padovanese massacrato in Turchia.
L’omicida era un turco convertito, in verità, ha ripetuto lo stesso gesto con cui fu ammazzato Don Andrea Santoro sempre in Turchia al grido "Halla Ekbar" - ambedue immersi in
ambiente di fanatismo che è stato causa (ed anche attenuante psichiatrica) nei tribunali italiani per analogo delitto.
Per papa Benedetto XVI si tratta non di un delitto ma di un raptus di follia, un disturbo psichico.
Il nostro mondo ha accettato la parola di Ratzinger impegnato sul limite di frontiera a Cipro.
Ma per tanti, per molti la verità è che vi sono mille modi per andare in Paradiso.
Può servire anche un dubbio e anche una bugia.
Comunque il Papa ha espresso la speranza che i diritti dei cristiani, compreso quello alla libertà religiosa, sia sempre rispettata in Medio Oriente senza discriminazioni.
"Voi meritate la riconoscenza per il ruolo inestimabile che riveste" ha spiegato ai circa seimila Cattolici di Cipro.
Hans Fallad è tra gli autori in lingua tedesca più conosciuti in patria.
Furono tradotte in Italiano il romanzo - Kleiner Mann, was nun? - (e adesso pover’uomo?) 1932 - ed inoltre " Jader stirbe fur sich allein (ognuno muore solo).
Il primo narra di un giovane contabile rappresentante della borghesia laboriosa e onesta, nelle spirali della miseria a causa della grave crisi economica.
Ma, questa è la verità, si tratta di una crisi in cui gli affaristi piombarono su di un popolo avvilito.
Fu uno dei motivi, si dice, della nascita del nazismo e della identificazione non sempre esatta degli sfruttatori con gli ebrei.
Il secondo parla di una coppia di berlinesi che sfida il nazismo recapitando in giro cartoline con critiche al regime.
E’ un episodio reale che si concluse con due condanne a morte e con una prova: neanche un decimo della cartoline sfociò in denunce.
Hans Fallada non è stato valorizzato e diffuso come scrittori dell’epoca di pari livello come Hemingway, Dos Passos, Thomas Mann, Pirandello, Steibeck.
Nel mondo acritico della rappresentazione della realtà dei suoi romanzi, molti si sentirono invischiati o temettero di essere invischiati.
Si trattava di ragazzi di quindici anni prele di obbedienzavati dalla frequentazione di scuole e semonaro,guidati in ambiente militare.
Non c’era il fucile da oliare: al caso sopperiva la vanga nel superiore e ottuso senso di obbedienza e disciplina.
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