“Sono convinto che, per noi preti, per vivere il celibato in pienezza, con gioia, con entusiasmo, si richiede tanta preghiera, non solo da parte nostra ma anche da parte di tutta la comunità
cristiana. Ed è per questo che il Papa ha voluto indire l’anno sacerdotale appena concluso, proprio perché la stessa famiglia umana, non solo la Chiesa, prenda coscienza di questo. Tante
volte, purtroppo, il sacerdote è lasciato là, è guardato a vista, quando sbaglia si mettono in luce gli errori, magari gonfiandoli a volte. Il Papa ha detto che certi scandali costituiscono una
vergogna autentica e noi dobbiamo veramente, con tanta umiltà, spirito di sacrificio e preghiera chiedere al Signore il dono per vivere fino in fondo questo carisma sacerdotale che ci ha dato”.
Don Guido Todeschini (nella foto) si riferisce alle note vicende di pedofilia. È una persona cordiale e ci ha
accolto con entusiasmo. Direttore di Radio Pace e Telepace, curatore di una rubrica di lettere sulla stessa emittente (“ho appena letto più di trecento lettere arrivate da 52 carceri
italiane”, ci confessa) ha risposto volentieri alle nostre domande.
Come giudica, fino ad ora, l’operato di Papa Benedetto XVI?
“Come Giovanni Paolo II anche Papa Benedetto XVI è un sant’uomo. È stato insultato senza colpa, ha sofferto le pene dell’inferno - per esempio per quelle critiche
create anche dai giornalisti nel famoso discorso, citato, su Maometto - ma lui ha continuato per la sua strada. Questo Papa è di una gentilezza, di una sensibilità, di una dolcezza incredibili. È
anche molto preciso, attento, è un luminare della scienza. Quando tu gli parli, poi, ha una delicatezza nell’ascoltarti... Sua Santità sta facendo un lavoro formidabile. Ha iniziato già col peso
degli anni sulle spalle ma sta portando avanti il suo ministero petrino in modo davvero encomiabile. Sembra quasi un Papa di 60 anni e non di quasi 83. È un dono per la Chiesa e per l’umanità. E
noi dobbiamo molto sostenerlo con la preghiera e seguendolo nel suo Magistero”.
Cosa pensa dell’anno dedicato ai sacerdoti, dopo quello paolino?
“Nell’anno sacerdotale, purtroppo i mass media, hanno fatto molto poco. Era molto importante invece, perché quest’anno avrebbe potuto aiutare noi preti, ma anche tutta la comunità
cristiana, a prendere coscienza di questo dono che il Signore fa con il sacerdozio e con i sacerdoti nel mondo”.
Perché molti criticano il Papa su certe tematiche, specie di morale sessuale?
“Sia Paolo VI che Giovanni Paolo II che Benedetto XVI in materia sessuale sono stati, attraverso i loro testi magisteriali, molto chiari condannando la masturbazione, i rapporti
prematrimoniali, l’omosessualità, ecc. Non si tratta di una novità dunque…”.
Che ricordi ha di Giovanni Paolo II?
“Il rapporto con Giovanni Paolo II è stato sin dagli inizi molto bello. Già dal 1981 ha conosciuto da vicino Telepace ed ha apprezzato il nostro motto “Dar voce a chi non ha voce”.
Nel 1985 ha voluto, Lui, che Telepace partecipasse ai viaggi apostolici. “Serve la Chiesa, deve venire”. Nel 1990 ha voluto Telepace anche a Roma, a due passi dal Vaticano. Con
Giovanni Paolo II sono andato in ben 131 nazioni per trasmettere le immagini dei suoi viaggi apostolici. Attualmente sono 9 quelli con Papa Benedetto XVI”.
Qualche aneddoto sui Papi che ha conosciuto?
Pio XII era come il Papa di adesso. Parlava con una precisione scientifica a tutte le categorie sociali. Ero ancora seminarista, invece, quando ho visto per la prima volta Papa
Giovanni XXIII. Era ancora Patriarca di Venezia. Era venuto a Verona a parlare davanti a 250 mila persone per il congresso eucaristico. Il mese dopo, a sorpresa, fu eletto Papa.
Curioso l’incontro col patriarca di Venezia Albino Luciani. Lo cercavo in chiesa perché dovevo parlargli. Alcuni sacerdoti mi spiegarono che sarebbe arrivato presto perché era
impegnato nell’adorazione eucaristica. Allora mi avvicino in una zona della sacrestia, dove c’era penombra. Ed un uomo, vestito di nero, pregava. Mi sembrava uno dei tanti sacerdoti e
avvicinatomi gli chiedo: “ma quando finirà l’adorazione? Avrei da parlare di una questione delicata al Patriarca”. “Ma dica a me?”, mi disse. E io rispondo: “È una questione delicata
sa, devo proprio dirla a lui”. “Se vuole lo dica a me, sarei io… il Patriarca”. Era di una dolcezza, di una umiltà incredibile. Meno di due mesi dopo è stato eletto Papa”.
Per concludere parliamo di novissimi. Che ci può dire?
“Telepace compie la sua opera di evangelizzazione annunciando Cristo, fuoco che brucia le scorie del male e inonda di luce tutta la terra. Telepace è luce per coloro che sono
prigionieri del male. C’è il male fisico, il male morale e il male spirituale che l’emittente vuole sradicare, versando sulle varie ferite di chi ne è affetto l’olio della
consolazione e il vino della speranza. Per quanto riguarda i novissimi, per darne una giusta lettura dobbiamo prendere in mano prima tutto l’Antico e il Nuovo Testamento, insomma
la Parola di Dio, e poi i documenti dei Concili, naturalmente inserendo anche dentro tutti gli eventi, tipo Fatima e altri, con i quali il Signore accompagna l’umanità.
Medjugorje? Aspettiamo che la Chiesa si pronunci”.
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