Caro lettore, se una personalità o un'autorità è indagata per falsa testimonianza a scopo di favoreggiamento alla 'ndrangheta, è giusto che rassegni le dimissioni dal proprio incarico, a prescindere dall'esito delle indagini, questa personalità non avrà mai la credibilità del suo più glorioso passato, ma questo non lo si deve inculcare a nessuno, è una legge non scritta, è un atto morale verso chi opera e crede nel bene della socità onesta.
Una comunità invece, dimostra che essere indagati per collusioni con ambienti criminali, può essere oggetto di impatto socio-psicologico, che serve solo per rafforzare quella sudditanza di cui si è succubi. Ed ecco che accade dell'incredibile, in una città sommersa dal caos politico ed amministrativo, ci si mette anche la curia e la sua comunità a creare maggiore scompiglio, credendo che il tutto si possa risolvere con una preghiera o ancor peggio con una veglia. Esprimere solidarietà ad una persona indagata equivale ad essere complici e ad essere disposti a tutto per commettere atti di omertà spregiudicata, una comunità che si stringe attorno a questo parroco che oltre che essere indagato ha aperto uno spiraglio verso nuove indagini, ovvero il clero e le sue porcate sessuali. Ma torniamo a questa comunità, che difende questo parroco che ha dato le sue dimissioni (troppo tardi, doveva farlo prima, ndr) essendo coinvolto in un processo che lo vede favoreggiatore della cosca reggina Crucitti, in mezzo a questa gente potrebbero esserci i parenti della cosca Crucitti, poterbbero esserci favoreggiatori, fiancheggiatori, che fanno di tutto per strumenalizzare la sua presunta innocenza
Riepiloghiamo brevemente:
Don Cannizzaro è accusato di falsa testimonianza nel processo che ha riunito le inchieste ‘Sistema’ e ‘Raccordo’. L’accusa sostiene che il sacerdote, attraverso false
dichiarazioni, avrebbe aiutato il boss della cosca Crucitti della ‘ndrangheta. Nel corso dell’ultima udienza è stato sentito un ufficiale dei carabinieri che ha letto le frasi del
sacerdote, che facevano riferimento a vicende di “un vescovo”. La deposizione dell’ufficiale dei
carabinieri è stata riportata dal Quotidiano della Calabria e domenica, nel corso dell’omelia, don Cannizzaro ha reso noto di avere lasciato tutti i suoi incarichi. Nella chiesa in cui si è svolta la veglia di preghiera sono state spente le luci e sono state accese delle
fiaccole. Quindi la veglia di preghiera silenziosa. All’inizio del rito il vice parroco della chiesa di Sant’Elia Profeta, Gianni Chirico, ha detto che “questa sera ci siamo riuniti per una preghiera
silenziosa da offrire al Signore per le sofferenze di questi giorni. Pregheremo con il nostro cuore ed alterneremo il silenzio alle lodi. In questo modo facciamo in modo che sia
il nostro cuore a parlare”.
Si dovrebbe manifestare solidarietà ad una persona che ha favorito una cosca malavitosa? O si dovrebbe attendere l'esito delle indagini? Si dovrebbe manifestare solidarietà ad un prete che parla di porcate nel mondo del clero? O si dovrebbe denunciare tutti coloro che sono complici, che quegli atti non li commettono ma che non parlano e denunciano queste porcate?
Lascio al lettore la facoltà di commentare, senza giudicare e dare sentenza, quella spetta agli organi competenti, di cui siamo fiduciosi.
Luciano Surace
Presidente UAER
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