Nessuna, risponde Orazio Guglielmini. Proprio così, nessuna.
Tutto cibo preso dallo stesso desco.
Tra superstizione e religione c’è solo una differenza di opinione, non di contenuto.
Entrambe, religione e superstizione, si nutrono del soprannaturale: ossia, da una parte si crede a dio e dall’altra a satana.
“Il legame tra superstizione e religione è costante e forte in ogni epoca e in ogni religione, ma lo fu particolarmente nella vicenda delle streghe, che erano un’altra faccia della religiosità.
Sia le streghe (o i “maghi”) sia i religiosi partono dal principio che la vita è dominata da forze superiori, spiriti, dèi.
Streghe e futuri santi sono in contatto diretto con queste forze superiori e ne ricevono poteri soprannaturali.
Ma i religiosi, garantiti dalla chiesa, hanno il monopolio delle forze buone, alle streghe restano solo quelle cattive”, Giordano Bruno Guerri, “Gli italiani sotto la Chiesa”, p. 111.
In altre parole, se si crede in dio o in san Rocco, allora la si chiama religione; se si crede all’astrologia o al gatto nero, allora diventa superstizione.
In realtà chi dice religione dice superstizione e chi dice superstizione dice religione, il resto è retorica, retorica vuota.
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