Un saggio fa luce su un aspetto inedito del sanguinario e folle dittatore nazista.
Jesus Hernandez ha scritto un libro estremamente interessante su un aspetto certamente poco conosciuto della personalità di Adolf Hitler, e in particolare del suo interesse, esoterico e
superstizioso, per un certo tipo di reliquie.
Fra l’altro il dittatore nazista riteneva che la lancia con cui il legionario romano trafisse cristo lo avrebbe reso invincibile.
Cioè credeva ciecamente alla leggenda, di origine antichissima secondo cui il possessore della lancia di Longino (così la tradizione ha chiamato il legionario) terrebbe nelle sue mani il destino del mondo.
E in particolare, non avrebbe mai perso una battaglia. «Enigmas y misterios de la II Guerra Mundial», Enigmi e misteri della II Guerra mondiale; così si intitola il volume.
Secondo quanto racconta Hernandez, Hitler incontrò la lancia di Longino per ca
so, nel 1912, quando cercava di vendere i suoi acquarelli nei caffè di Vienna.
Un artista povero in canna, che a stento riusciva a fare un pasto al giorno.
Aveva 23 anni quando per rifugiarsi da una tormenta molto forte entrò nel museo del Palazzo Hofburg.
“Girando per le sale, un oggetto singolare catturò la sua attenzione. Su un manto di velluto si offriva alla vista una reliquia cristiana di grande potere mistico che apparteneva al tesoro imperiale degli Asburgo: la lancia di Longino”.
Una punta di ferro lunga poco più di 50 centimetri.
Hitler restò affascinato, e cominciò, insieme al suo amico Walter Johannes Stein, a fare riceche sui poteri magici attribuiti a quell’oggetto.
Stein racconterà poi che “Hitler era convinto di avere un grande destino da compiere.Il possesso della lancia sacra poteva essere lo strumento per realizzarlo”.
Ventisei anni più tardi con l’Anschluss l’Austria entrava a far parte del Terzo reich, e Hitler entrava trionfalmente nella capitale che lo aveva visto povero e disperato.
Nel pomeriggio del 14 marzo 1938, racconta Hernandez, Hitler entrava accompagnato da Himmler, il capo delle SS, nel Palazzo Hofburg.
“Il Fuhrer si diresse direttamente alla sala dove era custodita la lancia desiderata. Himmler uscì dalla sala, lasciando solo Hitler con la reliquia mistica. Vi restò un’ora, completamente immerso nei suoi pensieri deliranti, alimentati dalla vista della lancia, che era in suo potere. Il suo sogno melomaniaco si era compiuto”.
Come impossessarsi della lancia, senza che sembrasse un furto nei confronti della capitale austriaca?
Fu escogitato questo trucco: il borgomastro di Norimberga, la città che aveva ospitato la lancia prima di Vienna, chiese ufficialmente il ritorno della reliquia. Richiesta soddisfatta.
Un treno blindato, preparato specialmente per il trasferimento, cinque mesi più tardi portò in Germania il prezioso oggetto, scortato in ogni momento dalle SS.
Il 30 agosto fu depositata nella chiesa di santa Caterina, per essere esposta al pubblico.
Dopo la guerra gli americani la scoprirono, nascosta in un rifugio antiaereo, e la riportarono a Vienna. S
econdo alcuni storici – con cui Hernandez non concorda – Hitler si suicidò nel momento in cui gli alleati vennero in possesso della lancia.
Secondo Hernandez il suicidio precedette di varie settimane la scoperta.
Naturalmente è impossibile sapere se la punta di lancia custodita a Vienna è realmente quella che trafisse cristo; fra l’altro, esistono altri due possibili esemplari della lancia di Longino…
E sembra ben difficile che la punta di un’arma molto comune, usata da un ignoto soldato romano, di cui in realtà non sappiamo nulla, abbia potuto varcare la notte dei secoli per giungere fino a noi. Ma Hitler ci credeva.
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