Cosi scrive il presidente dell'Unione Atei Emancipati Razionalisti, Luciano Surace: "leggo sui giornali, un'articolo sulla dura presa di posizione della santa sede contro la sentenza della Corte suprema in merito alle adozioni di figli alle coppie omosessuali, ma non mi sorprendo, perchè come tutti sappiamo i bambini non sono merce di scambio per gli omosessuali, ma sono merce di scambio per i preti pedofili e allora il vaticano la vede come una concorrenza sleale se una coppi adotta dei figli e li sottrae agli abusi del clero".
L'Avvenire: "Decisione ambigua che crea sconcerto".
I giudici: "Solo pregiudizi: un bambino può crescere in maniera equilibrata anche in una famiglia omosessuale".
"L'adozione dei bambini da parte degli omosessuali porta il bambino a essere una sorta di merce".
Lo afferma la santa sede per bocca dell'arcivescono Vincenzo Paglia, presidente del dicastero vaticano per la famiglia.
Non si può considerare, spiega alla radio vaticana senza citare in alcun modo la sentenza della Cassazione, che "come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell'altro".
In realtà, sottolinea Paglia, "il bambino deve nascere e crescere all'interno di quella che, da che mondo è mondo, è la via ordinaria, cioè con un padre e una madre".
E se può accadere di nascere con un solo genitore, si tratta di "situazioni drammatiche", che non fanno testo.
"Inficiare questo principio - infatti - è pericolosissimo, per il bambino anzitutto, ma per l'intera società".
Anche a questo ha deciso di rispondere Luciano Surace: "il signor Paglia non dovrebbe minimamente preoccuparsi dei figli adottati, ma dei bambini che i suoi simili sottopongono ad abusi sessuali, fisici e psicologici".
E', quest'ultimo, lo stesso concetto su cui insiste l'Osservatorio dei diritti dei Minori che la definisce una "sentenza shock".
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