A leggere i padri della chiesa il mitraismo romano ha copiato dal Cristianesimo.
Dice Giustino (II sec.), Prima Apologia, LXVI,4: “I malvagi demoni per imitazione dissero che tutto ciò (il rito dell'eucaristia) avveniva nei misteri di mithra.”
C’è da chiedersi come è possibile questa derivazione del mitraismo dal cristianesimo se riferimenti storici attendibili riportano che il mitraismo era presente almeno un secolo prima del
cristianesimo (Plutarco, Vita Pompeii; M.
Vermaseren, Mithra, the sectret god) e sono state trovate testimonianze mitraiche anche del IV sec. a.e.v.
Oltre all’eucaristia, di cui si preoccupano i padri della chiesa, altri elementi ci dicono chiaramente che un’associazione fra mitraismo e cristianesimo è possibile.
Osserviamo queste due immagini associate; la prima si riferisce al mitreo di Marino del II secolo, mentre l'altra è una miniatura tratta del vangelo di rabbula o vangelo siriaco, un
manoscritto su pergamena del 586 conservato nella biblioteca laurenziana di Firenze.
Il primo elemento che ci viene da osservare è la presenza del sole e della luna in entrambe, tema che
si trova ripetuto in numerose altre opere d’arte cristiane.
Nell'affresco di mitra compaiono lateralmente due personaggi, scambiati qualche volta per pastori, ma nascondono invece uno dei fondamenti del mito.
Si tratta di due dadofori, quello a sinistra, in corrispondenza del sole, ha la torcia accesa; quello di destra, in corrispondenza della luna, ha la torcia spenta.
I loro nomi sono Cautes e Cautopates ed è facile capire, in prima approssimazione, che corrispondono al giorno e alla notte, alla luce e alle tenebre.
Questa semplice osservazione si presta ad una analisi più ampia, con riferimenti ad altre religioni, in quanto la dicotomia luce-tenebre la ritroviamo in Mesopotamia, in Egitto e anche in
Giudea presso gli Esseni.
La luce e le tenebre, in queste religioni, sono associate al bene e al male.
I due dadofori mitraici nel mazdeismo (da cui il mitraismo deriva) corrispondono ad Ahura Mazda (bene) e Ahriman (male).
Cautes e Cautopates, bene e male, trovano corrispondenza nel disegno evangelico in Disma-Tito e Gesta-Dimaco, il buono e il cattivo ladrone.
Questa simbologia la ritroviamo anche negli elementi che caratterizzano il tempio massonico: la luna e il sole, le dodici costellazioni dello zodiaco (che si trovano alle pareti dei templi
massonici e in altri elementi dell’iconografia mitraica), le due colonne, nominate Jachin e Boaz, poste all'ingresso del tempio ed aventi lo stesso significato dei due ladroni e dei due
dadofori.
Non dimentichiamo neanche che gli adepti di questi tre associazionismi usavano riunirsi in luoghi bui, caverne o stanze senza luce, e i loro riti culminavano in banchetti o agapi.
Torniamo a riosservare le immagini precedenti, perché è possibile fare ulteriori osservazioni.
Mitra è rappresentato nell'atto di uccidere un toro bianco, e mentre il toro muore la sua coda si trasforma in una spiga di grano a simboleggiare che da questo sacrificio il dio dona
all'uomo la prosperità.
Ma questa uccisione non è mai avvenuta in nessun mitreo, era solo un'allegoria.
Infatti se osserviamo bene il dipinto si vedono un serpente ed un cane che bevono dalle ferite del toro, uno scorpione gli attanaglia i testicoli e un corvo è interposto fra il Sole e
Mitra.
Questi animali sono proprio quelli che danno nome alle costellazioni che si trovavano, e si trovano, all'equatore celeste nei pressi della costellazione del Toro.
Nel lontano passato, esattamente dal 4540 a.e.v al 1870 a.e.v, durante l'equinozio di primavera il sole era in questa costellazione (Era del Toro) e come ci dice Charles Francois Dupuis
illustrando il frontespizio della sua opera Origine de tous les Cultes, ou la Réligion Universelle: "Il padre della luce lancia i suoi raggi attraverso i due segni dello zodiaco, da cui sono
state prese in prestito le forme in tutti i culti: toro e ariete.
La precessione degli equinozi fece corrispondere successivamente il sole a vari segni dello zodiaco, all’epoca dell’equinozio di primavera. Sono circa quattromila anni che il sole apriva
l’anno astronomico, posto nel toro".
Ipparco di Nicea con le sue osservazioni astronomiche nel II sec. a.e.v fu il primo a codificare scientificamente la precessione degli equinozi, ma si suppone che anche gli osservatori Sumeri,
Babilonesi e Maya la conoscessero, così come forse la conoscevano le antiche civiltà mesopotamiche che crearono il dio mitra.
La scoperta di Ipparco influenzò certamente la rinascita del culto e l’introduzione in esso della precessione, e questo culto trovò il suo massimo fulgore fra la fine del primo secolo e il
IV secolo Ante era volgare e si espanse per tutta l’Europa.
Le Ere erano e sono calcolate in base alla precessione degli equinozi consistente in una oscillazione e rotazione dell'asse terrestre, come avviene in una trottola quando oscilla.
A causa di questa rotazione il nord ruota sulla volta celeste e cambiano le posizioni delle costellazioni: attraverso i secoli, in una definita direzione e a una certa data annua, le stelle
si trovano spostate a sinistra rispetto alla posizione degli anni precedenti e questo fa sì che in quella stessa direzione alla stessa data transitino costellazioni diverse.
Una rotazione completa dell'asse, e quindi delle costellazioni, avviene in 25.800 anni per cui un'Era, dodicesima parte dell'intero periodo, perché 12 sono le costellazioni zodiacali, dura in
media 2.150 anni.
Le tauroctonie mitraiche vogliono quindi solo rappresentare in modo allegorico questo fenomeno: mitra uccide il toro per far posto alla nuova Era dell’ariete.
Abbiamo già osservato le corrispondenze fra l’iconografia mitraica e quella cristiana, ma ora siamo in grado di dare un significato anche ad un’altra simbologia cristiana: la
crocifissione.
Gesù viene trafitto dalla lancia di Longino come mitra uccide il toro, in quanto gesù è il messia della nuova Era dei Pesci (70 a.e.v al 2610 e.v.) in sostituzione dell’Era dell’ariete (dal 1870
a.e.v al 70 a.e.v).
Mosè rappresenta il transito dal Toro all'Ariete mentre gesù rappresenta la fine dell'ariete e viene sacrificato (Agnus Dei, agnello sacrificale) e l'inizio dei pesci.
Ci dice ancora Dupuis: “All’equinozio di primavera, la Natura si sveglia dal torpore, in cui è stata precipitata durante l'inverno dall’elongazione dal sole.
Questo fenomeno fisico destò l’attenzione di tutti gli uomini, ed essi vi legarono l'espressione della loro gratitudine per l’astro benevolo, che sembrava ritornare a rischiararli di nuova
luce”.
Anche prima che fosse scoperta la precessione degli equinozi, l’equinozio di primavera era un fenomeno importante per tutte le religioni antiche e specialmente per quella ebraica.
Per gli ebrei la pasqua cade sempre il 14 Nisan, il quattordicesimo giorno del ciclo lunare, il giorno di luna piena dopo l’equinozio di primavera.
E la pasqua coincide anche con il giorno del sacrificio di gesù perché ha l’antico retaggio di un sacrale significato.
Pier Tulip
Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori.
Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico.
Dopo aver pubblicato il libro RUM MOLH, una biografia romanzata del principe napoletano alchimista e massone Raimondo de' Sangro, ha rivolto la sua attenzione alla genesi del
cristianesimo, con il libro KRST, perché risultati ottenuti nella precedente ricerca indicavano una possibile commistione del cristianesimo con la religione egizia.
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