Ai presuli non basta il “passo indietro” del presidente e la proposta alle associazioni religiose di polizze che non coprono gli anticoncezionali.
Un passo avanti ma prima che si possa dichiarare ' pace fatta' tra la Casa Bianca e i vescovi Usa sulla riforma sanitaria di Barack Obama la strada è ancora lunga.
Dopo essersi presa qualche giorno per studiare la proposta arrivata dal ministero della salute Usa, la conferenza episcopale guidata dal cardinal Timothy Dolan ha spiegato ieri che anche se con le nuove norme proposte la scorsa settimana il governo ha fatto “qualche passo”, le nuove regole “non arrivano ancora a risolvere le preoccupazioni dei presuli”.
“Nel corso dell' anno passato – si legge nella nota firmata dall' arcivescovo di New York – abbiamo avuto l' assicurazione che non ci sarebbe stato chiesto di pagare o rinviare a terze parti per la copertura dei metodi anticoncezionali”.
“Continuiamo a volere che quell' impegno venga onorato e che si trovi una soluzione accettabile”, ha aggiunto Dolan.
A suscitare lo scetticismo dei vescovi di Oltreoceano ci sono soprattutto tre punti: che le regole proposte dal governo Usa definiscono ancora in maniera troppo restrittiva cos' è un ente
religioso – e quali enti, ad esempio ospedali o scuole, hanno quindi diritto ad essere esentati dall'offrire gli anticoncezionali all' interno dell'assicurazione sanitaria garantita ai propri
dipendenti; che alcuni enti religiosi dovranno comunque ancora “finanziare e facilitare” cure mediche “che violano la dottrina cattolica”; e che non vengano esentate le aziende e le società
for-profit i cui proprietari sono contrari in coscienza all' uso dei contraccettivi.
Quest' ultimo punto – simboleggiato dal caso della catena di negozi di fai-da-te Hobby Lobby, con circa 10mila dipendenti – è quello che più difficilmente verrà risolto: come hanno fatto notare
molti analisti, permettere a un'azienda di non rispettare una legge solo perché il suo proprietario non è d' accordo con essa creerebbe un precedente dalla portata difficilmente
calcolabile.
Ad ogni modo, Dolan lascia la porta aperta a una soluzione: “Abbiamo ricevuto l' invito del governo a sottoporre le nostre preoccupazioni in un commento ufficiale, e lo faremo nella speranza di
trovare una soluzione accettabile che rispetti le coscienze di tutti”.
Insomma, la strada è ancora lunga, anche se dopo oltre un anno di scontro frontale – e di campagna elettorale che impediva di trovare ogni compromesso – con la chiesa americana, il governo Obama
aveva proposto la possibilità alle associazioni no-profit religiose di offrire polizze che non coprano le spese per la contraccezione.
Secondo quel modello, sarebbe toccato a una terza organizzazione fornire questo tipo di assistenza.
Da mesi i gruppi religiosi hanno contestato la casa bianca, anche a colpi di denunce legali, oltre 40, sostenendo che le regole sull' obbligo di ' copertura' medica dei metodi
anticoncezionali coartava le loro convinzioni di fede.
Nella proposta dello scorso 7 febbraio, il ministero della Salute aveva cercato di trovare un punto di equilibrio tra la salvaguardia gratuita della salute delle donne e la tutela della sensibilità di chi, per motivi religiosi, si oppone alla copertura gratuita degli anticoncezionali.
“Vogliamo assicurare che il controllo delle nascite non gravi sulle tasche delle donne, ma anche rispettare le preoccupazioni dei gruppi religiosi”, aveva spiegato il ministro della salute
Kathleen Sebelius il primo novembre.
Nel rispondere alla proposta di Obama, Dolan era stato comunque battuto sul tempo dall' arcivescovo di Philadelphia, monsignor Charles Chaput, che aveva liquidato le nuove norme come “un compromesso ambiguo” che di fatto rimaneva “coercitiva e gravemente sbagliato” come lo status precedente.
Alessandro Speciale
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