04/03/2013 - Don Nello Giraudo per più di 20 anni molestò ragazzi: monsignor Domenico Calcagno, che partecipa al Conclave, sapeva tutto.
Con il Conclave alle porte, “Le Iene” svelano lo scandalo dei preti pedofili, anche in Italia.
E’ la storia di Don Nello Giraudo, che dal 1980 al 2010 continuò indisturbato a commettere abusi sessuali su diversi bambini liguri, fino alle dimissioni spontanee, come testimoniano le storie raccolte dal giornalista Pablo Trincia.
Con tanto di coperture da parte delle gerarchie vaticane, compresi due vescovi e un cardinale che parteciperà all’elezione del nuovo pontefice.
Invece di prendere provvedimenti, la Curia si limitò a spostarlo di parrocchia in parrocchia: Monsignor Calcagno (che partecipa al Conclave), Monsignor Sanguinetti, e Monsignor Lanfranconi – prescritto dopo essere stato indagato dalla Procura di Savona, per aver fatto scendere il silenzio sul caso e non essere intervenuto – non fecero nulla. Anzi.
A Don Nello fu pure affidata la gestione di una comunità per minori disagiati, oltre alla direzione dei boy scout.
LE IENE E GLI ABUSI DI DON NELLO GIRAUDO
Trincia ha intervistato alcune delle vittime degli abusi del sacerdote, che non hanno ancora dimenticato le violenze.
Non riuscivano a comprendere quei gesti, tanto che c’è chi ha pensato anche al suicidio, spaventato dall’idea di denunciare le molestie.
Per 25 anni la chiesa, pur conoscendo il problema, non ha fatto nulla per fermare Don Nello.
Tra le vittime, c’è Francesco, violentato dal sacerdote nel 1981, quando aveva soltanto 11 anni.
Ma anche Mirko (1984, abusato all’età di 12 anni) e Luca (vittima nel 2000, quando avevo 15 anni).
Francesco oggi ha 42 anni, vive a Savona e ha passato metà della sua vita a raccogliere le prove che confermassero le violenze del suo molestatore: “Ci portava in campeggio o alla casa della madre: era l’occasione ideale per restare da solo con i ragazzi e abusare di loro”.
Racconta quando, giovanissimo, conobbe Don Nello, allora trentenne: “Insieme a due amici eravamo andati in un casolare: con una scusa mi attirò nella camera in cui dormiva, poi mi masturbò”.
Il ragazzino cercò di rimuovere quel fatto scioccante: “Mi fidavo di lui, non credevo che un uomo di chiesa potesse macchiarsi di queste violenze”.
Ma non era l’unico a subirle: “Avevo vergogna a parlare con gli altri: ma son stati abusati quasi tutti i ragazzini – almeno una trentina – che frequentavano la parrocchia”.
Svela dettagli imbarazzanti: “Ci diceva che voleva vedere le differenze tra il suo piccolo pene e i nostri, poi ci toccava e masturbava: a volte si trattava di rapporti completi”.
Era come posseduto da un istinto irrefrenabile: “Provavo a respingerlo, ma poi ti puniva a livello psicologico, isolandoti”.
LE IENE E LE COPERTURE DELLA CURIA SU DON NELLO
Gli abusi avvenivano anche nella sagrestia della chiesa.
Un centinaio le violenze subite soltanto da Francesco.
Che da grande pensò anche al suicidio, incapace di farsene una ragione.
Poi, cominciò a reagire: “Avevo raccolto le prove delle sue violenze e compreso come fosse stato mandato nella mia parrocchia, dopo abusi precedenti in un’altra”.
I vescovi sapevano: “Ci sono documenti interni che lo dimostrano, ma nessuno fece nulla”.
Anzi gli fu affidata la possibilità di gestire una casa per ragazzi in difficoltà.
Trincia mostra nel servizio la cronologia delle violenze: Don Nello cominciò a molestare ragazzini nel 1980, a Valleggia, in una parrocchia vicino Savona.
Già da allora la Chiesa sapeva: “Lo dimostra la sua scheda personale, dove si legge come fu accusato da una madre per gli atteggiamenti morbosi contro suo figlio”.
Monsignor Sanguinetti si limita a spostarlo a Spotorno, dove le violenze continuarono.
Qui gestisce il gruppo scout: un altro prete, Don Carlo, era a conoscenza, ma non fece molto: “Sono stato superficiale: lo avevo detto ai vescovi, ma non mi è concesso molto”.
Ma non l’ha denunciato alle autorità giudiziarie, anzi lo mise a gestire il gruppo.
Poi fu Monsignor Lanfranconi a spostarlo in un’altra parrocchia.
LE IENE E GLI ABUSI COPERTI DALLA CHIESA
Don Nello fu mandato a Feglino: nel ’92 gli fu permesso di aprire una comunità per ragazzi disagiati.
Nel ’94 fu Mirko ad essere violentato: “In un campeggio organizzato dall’Azione cattolica, mi masturbò e mi costrinse a farlo su di lui, nonostante la mia ritrosia”.
A 13 anni non è semplice denunciare quei fatti.
Anche Luca fu vittima di abusi: “Con la scusa di confrontare i nostri genitali, abusava di noi: mi capita spesso di piangere perché ricordo quelle violenze”, svela.
Nel 2002 Domenico Calcagno diventa il nuovo vescovo di Savona.
Don Carlo lo informa, ma Calcagno parla soltanto di “dicerie”.
Solo dopo anni scrive a Joseph Ratzinger, futuro papa e ai tempi Prefetto della congregazione della dottrina della Fede, chiedendo consigli.
Ma non si fece nulla. Don Nello fu solo spostato: e continuò a violentare, quando fu denunciato da un’altra vittima, Filippo.
Fu condannato a un anno di carcere, ma non entrò mai in galera grazie alla condizionale. Tutti gli altri abusi caddero in prescrizione.
LE IENE E IL SILENZIO, AD UN PASSO DAL CONCLAVE
Chi doveva fermarlo non lo fece: Monsignor Calcagno ha fatto pure carriera, pronto a partecipare al Conclave.
Quello in cui non parteciperà per rinuncia il cardinale britannico Keith O’Brien, dopo che è stata resa nota la storia dei suoi abusi.
E quello dello scandalo Mahony, accusato per aver coperto centinaia di violenze come arcivescovo di Los Angeles. Come Calcagno, pronto a partecipare all’elezione del successore di Benedetto XVI: ma la Digos non permette alle Iene, al termine di una celebrazione, di fare domande sul caso, bloccando il cameraman.
Il cardinale Calcagno non vuole parlare, come Sanguinetti: “Ne parli con chi ne sa qualcosa”, spiega, e si allontana. Stessa versione per Monsignor Lanfranconi.
Questi alti prelati preferiscono il silenzio alla denuncia. Ora, come allora.
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