Arrestata a Sagamihara, in Giappone, una donna ricercata per l’attentato compiuto con il gas sarin nella metropolitana di Tokyo nel 1995.
NASCOSTA
Naoko Kikuchi, membro della setta di Aum Shinrikyo, era una delle due persone ancora latitanti tra quelle coinvolte nell’inchiesta sulla strage.
Avrebbe fatto parte del gruppo che fabbricò l’arma chimica usata nell’attacco.
Per 17 anni aveva vissuto sotto falso nome.
Dopo la cattura, ha detto di essere sollevata di non doversi più nascondere.
L’uomo che la ospitava e che non è un membro della setta è stato arrestato.
L’ATTENTATO
Un altro ricercato per gli attentati di Tokyo si era costituito qualche mese fa.
Una decina di persone erano state condannate a morte o all’ergastolo.
Aum Shinrikyo era stata fondata nel 1987 da Shoko Asahara, ora detenuto in attesa di essere giustiziato tramite impiccagione.
Il 20 marzo 1995 alcuni membri della setta sparsero del gas sarin nella metropolitana, uccidendo dodici persone e intossicandone 6.000.
Al gruppo è stato attribuito un altro attacco simile, che aveva provocato 8 morti a Matsumoto l’anno precedente.
IL SUICIDIO DEI DAVIDIANI
La strage della metropolitana di Tokyo non è che uno dei tanti eventi delittuosi che hanno visto protagonisti delle sette gestite da soggetti esaltati i quali per un desiderio di grandezza si sono circondati di persone facilmente suggestionabili.
Come dimenticare il rogo del ranch dei Davidiani a Waco, in Texas?
L’assedio delle forze di sicurezza Usa iniziò il 28 febbraio e si concluse il 19 aprile. 50 giorni risolti con il fuoco.
Morirono in 76, tra cui 20 bambini. 24 delle vittime erano cittadini del Regno Unito.
Tra le vittime anche il leader, David Koresh.
LA CAUSA SCATENANTE
Il 28 febbraio 1993 una squadra di agenti federali giunge al Mount Carmel Center, un complesso di edifici nel quale hanno luogo le attività dei davidiani, per attestare la veridicità di alcune indiscrezioni circa la presenza di armi ed esplosivo in un arsenale della setta mascherato da deposito.
Durante la perquisizione nasce una sparatoria muoiono 4 agenti mentre altre 16 persone rimangono ferite.
Gli agenti sopravvissuti fuggono dal centro, e la notizia della sparatoria fa scattare l’assedio alcune ore dopo.
L’ASSALTO
Il giorno 19 aprile 1993 l’FBI utilizzò un alto numero di granate contenenti gas CS durante un assalto alla setta di Waco.
Il gas CS è altamente infiammabile ed esplosivo in ambienti confinati.
Il successivo uso di dispositivi incendiari lo avrebbe fatto esplodere.
Tutti i palazzi che componevano il ranch bruciarono totalmente e molti cadaveri recuperati dopo il raid presentavano dosi letali di cianuri, un prodotto della combustione del gas CS.
75 membri della setta morirono durante l’attacco.
IL CANCELLO DEL PARADISO
Un altro suicidio di massa fu quello organizzato da Marshall Applewhite, fondatore della setta Heaven’s Gate, il “cancello del paradiso”.
Santa Fe, California, 26 marzo 1997.
La polizia fa irruzione nella villetta frequentata dagli adepti di questo movimento convinti che dietro la cometa Hale-Bopp si nasconda un’astronave con alieni pronti ad aprire le porte della beatitudine agli eletti.
Il sito internet all’epoca di ottima fattura, ricordiamo che venne aggiornato per l’ultima volta nel 1997, fu una calamita per numerosi “aspiranti”.
La scena che si trovarono davanti i poliziotti fu devastante: 39 corpi distesi su letti a castello, tutti abbigliati con tute nere, Nike ai piedi, velo triangolare violaceo sul volto.
DOVE VOLEVANO ANDARE?
Tra i morti anche il leader Applewhite, ritrovato senza vita su un letto in una stanza appartata.
Ventuno donne e diciotto uomini, la maggior parte intorno ai quarant’anni.
Secondo il coroner, i membri della compagine religiosa sono morti da tre giorni, suicidatisi tutti grazie a una robusta ingestione di fenorbital e vodka: un cocktail letale per una dolce morte.
Viene ritrovato un video in cui si spiega che il suicidio è necessario per separare il corpo dall’anima, con questa che volerà dritta verso gli alieni.
Gli unici sopravvissuti sono Wayne Cooke, che riuscirà ad uccidersi prima di essere preso dalla polizia e Chuck Humphrey, il quale proverà a morire per due volte.
Il loro compito era quello di comporre i corpi degli appartenenti alla setta per poi andarsene anche loro. Dove non si sa.
IL DELIRIO DI JONESTOWN
Ma queste imprese impallidiscono di fronte a quella che è stata la setta del Tempio del popolo, fondata dal pastore americano Jim Jones, il quale aveva ottenuto in concessione per uso agricolo un terreno nella Guyana nordoccidentale per installare nel 1974 la sua città, Jonestown.
La dottrina ed il sistema economico prescelto della comunità prendevano spunto dal naturismo applicato nella Cambogia di Pol Pot, del quale il reverendo Jones era un fervido ammiratore.
909 SUICIDI
Questa doveva trasformarsi in una sorta di “paradiso terrestre” in cui i membri erano indottrinati con tecniche da comune nord coreana.
La presenza di una polizia informale rendeva impossibile la diserzione.
Il sogno finì il 18 novembre 1978.
Quel giorno il deputato Leo Ryan, alcuni familiari dei membri del movimento con dei giornalisti vennero attaccati dai membri della sicurezza della comune sulla pista di decollo di Port Kaituma, vicina a Jonestown. Morirono cinque persone.
Il reverendo Jones, venuto a conoscenza dell’attacco, ordinò un “suicidio di massa per la gloria del socialismo”.
Furono 909 le vittime di questo suicidio.
Tutte loro bevettero del cianuro mischiato con una bevanda gassata.
PERSONA RISPETTATA
Jones non era uno squilibrato, ma una persona rispettabile che fu anche assessore all’edilizia a San Francisco.
Il vicepresidente Mondale, in una lettera al “caro Jim”, si dichiarava “riconoscente per il lavoro del Tempio del Popolo nella difesa della libertà di stampa, nella lotta contro la droga e nella direzione di un istituto per bambini handicappati”.
A un certo punto però Jones iniziò a dare segni di pazzia.
Si sentiva la reincarnazione di Cristo e Lenin insieme.
LA REINCARNAZIONE DI LENIN E CRISTO
La setta migrò dopo le accuse di violenza sessuale.
I familiari dei seguaci della setta cominciarono a rivolgersi alla polizia per far tornare a casa i loro congiunti, mentre indagini giudiziarie scoprirono frodi fiscali e addirittura torture e sequestri di persona all’interno della congregazione.
La morte del deputato Ryan, ancora oggi l’unico caduto in missione della storia Usa, scatenò la risposta di Jones che morì per ultimo dopo aver verificato che tutti i suoi adepti se ne fossero “andati”.
Su alcuni cadaveri vennero trovate tracce di cianuro anche nelle scapole, segno di un suicidio “aiutato”.
Il più grande suicidio di massa della storia.
Maghdi Abo Abia
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