Clamoroso: gli uffici della Prefettura negano alla Consulta Laicale di Roma di poter manifestare davanti alla breccia: “La priorità va al movimento cattolico”, fanno sapere le autorità.
Molti sono stati gli osservatori critici ad aver sottolineato che un anniversario del 20 settembre 1870 come quello del 2010, in cui alla cerimonia ufficiale hanno potuto presentare esponenti delle più alte gerarchie ecclesiastiche, estromesse dai loro domini temporali proprio dai bersaglieri grazie alla breccia di Porta Pia, è stato particolarmente irrituale.
Ma secondo quello che si apprende da un comunicato – stranamente ignorato - diramato dalla Consulta Laica di Roma, le cose starebbero acquisendo una luce addirittura preoccupante.
AUTORIZZAZIONE NEGATA
La Prefettura, organo locale del governo, avrebbe prima preso tempo, infine, e in extremis, negato la sottoscrizione del preavviso ad una manifestazione regolarmente richiesta dalla Consulta Romana per la laicità delle istituzioni, coordinamento di associazioni laiche e anticlericali, dipendente dalla Fondazione di Critica Liberale, una delle voci storiche del liberalismo italiano.
Il motivo sarebbe molto semplice: c’era da dare priorità alla manifestazione di Militia Christi, gruppo dell’estrema destra cattolica, già salita più volte all’onore delle cronache per striscioni sprezzanti nei confronti dei diritti delle persone omosessuali o di conquiste civili come aborto e divorzio.
“Il 6 luglio”, scrive il comunicato ufficiale della consulta, “è stata presentata alla Questura di Roma la richiesta dell’autorizzazione, peraltro dovuta secondo la Costituzione Italiana, a commemorare l’evento (la breccia di Porta Pia, ndr).
Nonostante la disponibilità dei funzionari della Questura, non autorizzati per evidenti ordini superiori a dare un assenso esplicito, si è arrivati fino al giorno 14 settembre per essere informati che, dopo l’evento istituzionale alla presenza del Presidente Napolitano, non era possibile nessuna commemorazione, a causa della priorità data all’evento organizzato dall’associazione politico cattolica Militia Christi”.
RITO ROMANO
Manifestazione organizzata dal Movimento Politico Cattolico, “come ogni anno”, si legge sul sito ufficiale, come tributo ai “caduti pontifici” di Porta Pia.
“Militia Christi”, è la linea ufficiale del movimento, “a 140 anni dai tragici eventi che portarono le truppe del liberal-massonico Regno sabaudo ad invadere lo Stato Pontificio, allora libero, sovrano e popolare, vuole rendere così onore a chi ha sacrificato la propria vita per difendere la chiesa e il santo padre Pio IX – tesaurizzando così il suo patrimonio spirituale di fede e fortezza cristiana conclamato dalla stessa autorità della chiesa mediante la sua beatificazione – ribadendo ancora una volta la necessità che l’Italia riconosca le proprie radici cristiane”.
Manifestazione dunque indetta, autorizzata, e preceduta da canonica messa in latino, “come da disposizione papale”.
SCELTE POLITICHE
“La consulta Laica prende atto che le decisioni politiche che sottintendono questa scelta vanno nella direzione di un riconoscimento ufficiale di Militia Christi”, scrivono dal coordinamento estromesso dalla piazza – e se la dinamica da loro descritta fosse confermata, difficilmente si potrebbe dargli torto; “un’associazione fondamentalista, già condannata da un tribunale per offese e falsità e condannata ad eliminare dal suo sito internet dichiarazioni e commenti. La Consulta prende atto che al contrario un’associazione come la Consulta Romana, che coordina altre 22 associazioni ad indirizzo laico che hanno come scopo il rispetto e l’applicazione della Costituzione Italiana, in questo momento politico, e in particolare in una città come Roma, è vista con fastidio.”
Quale miglior modo per celebrare il 150mo anniversario, insomma, della la breccia di Porta Pia, se non quello di preferire chi vorrebbe non ci fosse mai stata?
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