Sono ormai diversi anni che Kevin Annet denuncia gli abusi e le stragi dei nativi canadesi nelle cosiddette "scuole residenziali" cattoliche.
Prima col libro The Canadian Holocaust, poi col film documentario Unrepentant, diretto da Louie Lawless, Annet sta cercando di scuotere l'opinione pubblica internazionale sulle sistematiche violenze fisiche, sugli abusi sessuali, gli elettroshock, le sterilizzazioni di massa e gli omicidi perpetrati ai danni delle popolazioni native nella seconda metà del XX secolo.
«È necessario che il mondo sappia quello che è successo», recitava una donna nativa in lacrime all'inizio di Unrepentant, ma bisogna vedere se il mondo a cui viene rivolto questo drammatico
appello abbia davvero voglia di sapere.
Sia il governo canadese che il capo della chiesa cattolica hanno ammesso i crimini commessi nelle scuole residenziali. Infatti, l'11 giugno 2008 il Presidente del Consiglio dei Ministri,
Stephen Harper, ha chiesto ufficilamente scusa per il genocidio e per gli abusi inflitti agli aborigeni.
Dal canto suo papa Ratzinger, durante un'udienza con Phil Fontaine, leader discusso e non riconosciuto dalle First Nation, ha espresso «il proprio dolore per l'angoscia causata dalla deplorevole condotta di alcuni membri della chiesa», che ha causato sofferenza ad «alcuni bimbi indigeni, nell'ambito del sistema scolastico residenziale canadese».
Queste scuse però, oltre a sminuire il senso delle proporzioni, somigliano a una sorta di confessione che in un sol colpo pretenderebbe di cancellare le responsabilità dei peccatori e di redimerne automaticamente i peccati.
Se dei crimini sono stati commessi ed ammessi, si presume che debbano esistere anche i criminali che li hanno compiuti e risulta strano che gli stessi non vengano né identificati né
perseguiti a norma di legge.
Ammontano almeno a 50mila i bambini morti nelle scuole residenziali cattoliche, senza contare tutti coloro che resteranno segnati per sempre, fisicamente e psicologicamente, dalle torture e
dalle violenze subite.
Ma la situazione attuale nelle riserve indiane canadesi continua ad essere tragica e i nativi sono ancora vittime di deprivazioni, violenze razziste, discriminazioni e misteriose sparizioni.
Negli ultimi 20 anni, circa 500 donne native americane sono svanite nel nulla in tutto il Canada. Annet ha denunciato la scomparsa di molte ospiti aborigene del centro di Vancouver Eastside e il coinvolgimento di agenti della Royal Canadian Mounted Police (RCMP), della chiesa e dello stesso governo.
Tale coinvolgimento, supportato da prove documentali e da dichiarazioni di testimoni oculari, farebbe capo a una rete di pedofili e a un traffico di film porno e pedopornografia.
Più volte Annet, attraverso il suo programma radiofonico Hidden from History, trasmesso dalla Vancouver Co-op Radio, ha rivelato l'esistenza di luoghi di sepoltura di massa per occultare i resti delle donne assassinate nell'area intorno a Vancouver.
Un esame necroscopico sui resti di ossa riesumate, rinvenute nella riserva degli Indiani Musqueam, vicino all'Università della British Columbia nel 2004, ha rivelato infatti che queste appartengono a giovani donne mischiate ad ossa di maiale.
L'11 ottobre 2009, Annet si è recato a Roma per consegnare le richieste dei parenti delle vittime native ai vertici vaticani.
A tutt'oggi, nessuna risposta è arrivata dalla santa sede.
Annet ha ufficialmente richiesto che il 15 aprile venga celebrato come giorno della memoria per l'olocausto dei nativi in Canada.
L'autore di Unrepentant sarà di nuovo a Roma per presentare il suo documentario presso la Camera dei deputati, mercoledì 7 aprile, alle ore 14,30.
Lo accompagneranno anche due anziani che hanno frequentato le Boarding School, in rappresentanza delle vittime native.
In attesa della sua visita gli abbiamo rivolto alcune domande:
Signor Annet, dall'inizio della sua denuncia pubblica, che sviluppi ci sono stati e quali le reazioni del governo canadese e del Vaticano?
La mia campagna è cominciata nel 1996, ma solo dal 2008 la Chiesa e il Governo canadese hanno cominciato a rispondere all'evidenza delle morti avvenute nelle scuole residenziali.
I cattolici e le altre chiese ancora si rifiutano di restituire i resti dei bambini che morirono sotto la loro responsabilità o di indicare i nomi dei responsabili. Le chiese si nascondono dietro i loro avvocati e alle cosiddette «scuse» fatte dal Governo a nome di tutti.
Nessuno è stato ancora processato o arrestato per quelle morti, anche se noi abbiamo dimostrato che più di 50.000 bambini indiani morirono lì.
Che risalto è stato dato a questa tragedia dai media canadesi, internazionali ed anche italiani?
I media hanno generalmente ignorato questa storia, specialmente in Canada, dove questi crimini e le prove di questo genocidio sono deliberatamente censurati.
In altri paesi, i media ancora non si stanno occupando di questa storia, forse perchè il Canada dal punto di vista dei diritti umani ha la reputazione di paese attento ed evoluto, cosa che non è.
Ho inviato prove documentate e testimonianze dei crimini accaduti ai media per più di 10 anni, ma raramente le hanno pubblicate e tantomeno trasmesse su radio o televisioni.
Ha mai ricevuto intimidazioni o minacce?
Ricevo regolarmente minacce di morte e di attentati.
Ho perso il mio lavoro come pastore, la mia famiglia, il sostentamento.
Sono stato aggredito fisicamente, picchiato, minacciato di azioni legali, sottoposto a campagne diffamatorie, censurato e molestato ad ogni livello.
In Europa e in Italia c'è una visione edulcorata, turistica e un po' new-age dei nativi canadesi. Qual è la situazione reale nelle riserve e tra le comunità native?
Lavoro con diversi aborigeni a Vancouver e altre città canadesi, e nelle riserve indiane di tutto l'ovest canadese.
La situazione è da terzo mondo: continue morti per malattia, malnutrizione, violenza, suicidi, e gli effetti delle scuole residenziali.
C'è gente che muore e scompare tutti i mesi.
È un piano per sterminare più indiani possibile e costringerli fuori dalle loro terre per arricchire le multinazionali.
In un documento, dodici anziani del Consiglio, in rappresentanza delle nazioni Cree, Haida, Metis, Squamish e Anishinabe hanno fatto una serie di richieste al papa Ratzinger ed ai vertici
vaticani, tra cui quella di presentarsi davanti al Tribunale Internazionale sui Crimini di Guerra e sul Genocidio in Canada. Che ne pensa?
Io sostengo le richieste di questi capi tribali al papa e credo che Joseph Ratzinger debba presentarsi davanti al Tribunale per i crimini di Guerra per rispondere alle accuse di genocidio
rivolte alla sua chiesa.
Il papa è direttamente implicato nella copertura dei crimini contro quei bambini, sin da quando scrisse la lettera al vescovo del Nordamerica ordinando di celare le aggressioni sessuali da parte di preti sui fedeli delle loro diocesi.
Questo insabbiamento è lo stesso motivo per cui il mondo ancora conosce poco gli omicidi, le torture e le sterilizzazioni perpetrate per decenni nelle scuole residenziali indiane cattoliche in Canada.
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Paolo Cifariello (domenica, 26 maggio 2019 11:52)
Ogni olocausto, piccolo o grande che sia, è sempre un'immane tragedia e dovrebbe essere continuamente ricordato, soprattutto agli italiani, che hanno la memoria molto corta. La grande vergogna ricade certamente sugli aguzzini, ma deve ricadere anche su tutti coloro che, per distrazione, interesse o tremenda malafede hanno taciuto o negato e continuano a fare di tutto affinché non se ne parli più.
Tutta la mia stima e ammirazione a Kevin Annett e a chi lo aiuta.
Con i più cordiali saluti.
Paolo Cifariello
Piacenza