San Francesco di Paola, svuotato conto dell'ex tesoriere.
Shock tra i fedeli, il co-rettore ammette la truffa.
PAOLA (Cosenza) - I soldi dei poveri non ci sono più.
Sono spariti.
In parte se li sono giocati in Borsa, altri sono finiti in bonifici a 15 persone che apparentemente non hanno alcun legame con la chiesa.
È un ciclone senza precedenti quello che ha investito il santuario di s.Francesco di Paola in provincia di Cosenza.
La confraternita ora sta cercando di capire che fine abbia fatto un milione e mezzo di euro depositato nel tempo su un conto corrente online.
Donazioni che i devoti hanno lasciato per opere di bene e che ora sembrano volatilizzati.
La scoperta è stata fatta dal nuovo tesoriere del santuario nel momento del passaggio di consegne con il suo predecessore, padre Franco Russo.
L'ex responsabile della cassa del santuario, infatti, da alcuni mesi è stato promosso e trasferito a Roma come assistente generale.
Mentre stava per lasciare l'incarico, il frate avrebbe ammesso, senza fornire spiegazioni, che il conto corrente era prosciugato.
I frati hanno avviato una serie di verifiche interne per ricostruire tutti i movimenti effettuati, allo scopo di rientrare in possesso del denaro attraverso un'azione civile che presto
potrebbe trasformarsi in inchiesta giudiziaria con sullo sfondo una truffa ai danni della chiesa.
Ne parla esplicitamente lo stesso co-rettore provinciale dell'Ordine dei minimi di s.Francesco di Paola, padre Rocco Benvenuto, secondo cui "la truffa esiste ed è pari ad una somma sotto il milione e mezzo".
Di positivo c'è che "le operazioni sono tutte tracciate perché sono state fatte conto su conto.
Per questo motivo al momento non abbiamo ancora presentato alcuna denuncia".
Poi si lascia sfuggire: "Ma non è questa la cosa più grave che è accaduta...".
Ieri mattina al santuario si sono presentati i carabinieri per acquisire le prime informazioni da trasferire poi al procuratore di Paola, Bruno Giordano.
La vicenda è stata ricostruita ieri dal Quotidiano della Calabria.
Agli inizi del 2000 le offerte confluivano su un conto corrente di Banca Nuova, ad Amantea, curato dal promotore finanziario Massimiliano Cedolia.
Quando questi interrompe il suo rapporto professionale con la banca, nel 2007, l'ex tesoriere della confraternita avrebbe deciso di chiudere il conto corrente e di aprirne uno con una banca online, versando una somma pari ad oltre due milioni di euro.
Da quel momento sarebbe iniziata una fitta attività di compravendita di azioni.
Tra queste, quelle della Juventus, di Fiat, di Mps e Mediaset.
Operazioni a rischio, a cui si è aggiunta una serie di bonifici a persone senza legami con la struttura religiosa: movimenti che avrebbero svuotato il conto.
Ora i vertici del santuario stanno cercando di capire chi fosse in possesso dei codici per poter accedere al conto online, e soprattutto chi fosse in grado di muovere quel denaro.
Se si sia trattato di una truffa o di un'appropriazione indebita potrà stabilirlo solamente l'indagine penale che a questo punto sembra inevitabile.
E c'è sgomento tra i fedeli di s.Francesco che a centinaia di migliaia ogni anno fanno visita al santuario.
Tra i primi a chiedere "chiarezza" sono stati il sindaco di Montalto Uffugo, Ugo Gravina, e il senatore Francesco Bruni, ex sindaco di Otranto di cui s.Francesco di Paola è il patrono: "Non ci possono essere maneggioni o truffatori nelle istituzioni, che, approfittando della buona fede dei Padri Minimi, tentano di arricchirsi alle spalle dei devoti".
Giuseppe Baldessarro
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