Il Papa invita a pregare e digiunare. La politica risponde in massa all'invito. Ma...
Papa Francesco e il digiuno per la pace in Siria.
Ecco come finisce in farsa persino il momento di preghiera e riflessione, con ministri e personaggi vari che si accoderanno al digiuno-lampo e l’ala bombardiera che invece organizza un buffet e spernacchia l’ipocrisia dei digiunanti.
TUTTI VOGLIONO PREGARE E DIGIUNARE - Sulla questione siriana e la veglia di preghiera e il digiuno cui stanno aderendo vari rappresentati delle istituzioni, “oggi in Giunta affronteremo questo argomento e annunceremo la nostra decisione”.
Così, il sindaco Ignazio Marino, nel corso di un’intervista a Radio città futura.
Marino è solo l’ultimo dei rappresentanti delle istituzioni, in teoria laiche, che pensa d’impegnare il suo comune nella bizzarra iniziativa.
Bizzarra non solo perché del tutto inutile e italocentrica, ma anche perché mescola pericolosamente le istituzioni alle iniziative della chiesa, uno spettacolo poco consono per uno stato che si dice laico e che si fonda sul principio della separazione tra stato e chiesa.
LA SOLITA IPOCRISIA - Invece c’è la fila da parte di politici cattolici e no ad accordarsi al Papa, a “fare qualcosa” dopo un paio d’anni di totale indifferenza ai massacri cristiani, oggi l’argomento tira grazie alle minacce d’intervento americano, ed ecco allora che tutti si gettano sull’inziativa, persino il Ministro della Difesa, grande fan dei bombardieri F-35, persino presunti laici come Emma Bonino, che agli Esteri finora si è segnalata soprattutto per il non contare niente ed essere puntalmente scavalcata da tutti.
Ipocriti che peraltro hanno avallato tutti o quasi gli interventi militari passati.
IL LUPI GENUFLESSO - Come il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, che ha fatto sapere che parteciperà alla veglia di preghiera per la pace in Siria nella Basilica di s.Ambrogio guidata dall’arciv. di Milano, cardinale Angelo Scola.
«Accolgo l’invito di Papa Francesco- dice Lupi- perché l’azione in cui sta impegnando la chiesa e la sua diplomazia è la più realistica e quella con più serie e reali prospettive di pace. Ha ragione quando dice, nella sua lettera a Putin, che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo. Pregare e operare perche’ i leader del G20, come dice ancora il Papa, ‘aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare’, è un gesto di realismo, umano e politico».
LECCA LETTA - Un bravo al Papa e un bravo al governo, continua Lupi: «la via del dialogo, del coinvolgimento dell’Onu, di un ruolo fattivo dell’Europa per trovare una soluzione politica al conflitto e ai rischi che esso possa estendersi all’intera area, se non oltre, ha ancora chance, come ha detto il presidente Enrico Letta nel suo colloquio personale con il presidente americano Barack Obama al G20, sottolineando il lavoro del governo italiano in tal senso».
LA RUSSA MAGNA E RIDE - Ma c’è chi non ci vuole stare, come La Russa, che ha organizzato una bella mangiata: “Altro che digiuno: sabato a Milano organizzerò un buffet a pagamento il cui ricavato andrà devoluto a iniziative sul territorio per richiedere il ritorno dei nostri marò in Italia”.
Lo dice il presidente di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, parlando con i giornalisti alla Camera, in merito alle adesioni di figure politiche e istituzionali alla giornata di riflessione e preghiera per la crisi siriana.
Persino La Russa ha colto il paradosso nell’adesione di Mauro: «Le posizioni politiche si possono prendere in mille modi, anche facendo lo sciopero della fame. Ma non da parte delle istituzioni. Rispetto la scelta di Mario Mauro se fatta, appunto, come Mario Mauro, ma se la fa come ministro della Difesa non la capisco proprio».
La Russa ne ha anche per il ministro degli Esteri: “Per Emma Bonino è un passo in avanti: abituata com’era agli scioperi della fame, questo digiuno, quantomeno, è a tempo determinato…”.
Non capita spesso che La Russa dica qualcosa d’intellegibile e condivisibile, a dimostrazione del fatto che criticare l’iniziativa è davvero come fare un gol a porta vuota.
È SOLO UN COFFEE BREAK - A tirare le someme di queste pagliacciate sparse, arriva sulla sua pagina Facebook, è don Paolo Farinella, teologo e biblista genovese, autore del libro ‘profetico’ ‘Habemus Papam’ sul quale preconizzava l’avvento di un papa chiamato Francesco.
Il sacerdote annuncia che non parteciperà a questa iniziativa del Papa: «Volevo anche io aderire all’invito di Francesco papa per un giorno di digiuno per la Pace in Siria,
sabato 7 settembre 2013, mentre i G20 a San Pietroburgo, mangiano caviale e salmone e decidono la guerra o meglio la vendita di armi, sempre redditizia. Poi leggo che vi aderiscono: Mario
Mauro, ministro italiano della guerra, sempre in quota CL, già Pdl ora montiano e favorevole alla grazia per Berlusconi; Formigoni Roberto, CL celestiale, non nuovo ai rapporti con i Dittatori e
indagato anche lui e strenuo difensore di Berlusconi.
Potrei continuare nella litania dei colpevoli che non dovrebbero nemmeno farsi vedere, se avessero un minimo di coscienza e di dignità.
Invece … A questo punto più che un digiuno per la pace mi pare un coffe break dalle larghe intese con delinquenti e guerrafondai e immorali in passerella da primo piano.
No, il casino non fa per me! A tutti un abbraccio affettuoso.»
I FORMIGOIDI - Tutti presenti al gran completo i ciellini e i politici vicini alla Compagnia delle Opere, Formigoni continua a dettare la linea, anche se in qualunque altro paese al mondo non potrebbe mettere il naso fuori di casa dalla vergogna, qui cambia faccia ancora una volta e via, da amici di Saddam e altri dittatori, al digiuno contro la guerra.
Nessun problema per chi ha già dimostrato di possere un’etica a geometria variabile e nessuna vergogna, il giro di soldi tra amici degli amici in Lombardia è impressionante, per Formigoni & c non c’è nessun problema a fare una breve parentesi di pacifismo tra un affare e l’altro.
IL RIPUDIO DEI PRETI MILITARI – Farinella poi ha pubblicato un altro messaggio, nel quale è entrato anche nelle questioni della chiesa: «Proprio in questi giorni è «scaduto» come ordinario militare, il generale di corpo di armata, mons.
Pelvi, capo dei cappellani militari che parteciperanno in massa al digiuno e alle celebrazioni con papa.
Sono quelli che chiamano la guerra «missione di pace» e parlano di «carità profetica» degli eserciti, dei soldati che fanno della vita e che il servizio militare non è compreso «da coloro che esaltano la pace ad oltranza».
Costoro insieme a molti partecipanti al digiuno hanno sempre fatto scelte «politiche» di guerre.
Sempre. Volevo solo dire che come la Costituzione m’impone e il Vangelo mi obbliga «ripudio la guerra», ma ripudio anche loro, in quanto rappresentanti di una politica e di una religione che non mi appartengono.
Certo, pregare è un valore, un altissimo valore, ma come nei primi secoli, si allontanavano i catecumeni dalla Eucaristia perché non ancora battezzati, sarebbe stato bello e sarebbe bello se, come ha fatto a Lampedusa (dove non ha voluto Al Fano che scalpitava per essere accanto al papa e servirsene come propaganda), il papa avesse detto: Indico una giornata di digiuno riservata ai cattolici, ai cristiani, ai laici.
Non sono invitati i politici, che in quanto tali, hanno le mani in pasta e nemmeno i cappellani militari, i vescovi militari in corso, in congedo o defunti perché chiunque indossa una mimetica non può pregare per la Pace, né digiunare contro la Guerra.»
Scrivi commento