Priebke rilasciò le sue ultime dichiarazioni alla Sueddeutsche Zeitung.
E’ vissuto fino a 100 anni e lo ha fatto senza mai pentirsi del suo passato.
Erich Priebke, ex capitano delle SS e uno dei responsabili della strage delle Fosse Ardeatine, aveva parlato della sua vita al servizio di Adolf Hitler appena una settimana prima della sua scomparsa, in un’intervista a Sueddeutsche Zeitung.
“Non eravamo dei macellai” aveva risposto il boia delle Ardeatine a una domanda del cronista tedesco.
L’ex ufficiale, che ha vissuto il resto della sua vita a Roma, ricorda l’eccidio come un incubo anche per le SS: “Kappler (anche lui ufficiale dei paramilitari hitleriani, ndr) ci costrinse a sparare. Uno di noi non voleva farlo, ma se non avesse obbedito agli ordini sarebbe stato giustiziato. Così fummo tutti costretti ad esplodere i nostri colpi”.
Priebke non si è mai pentito delle azioni compiute da SS e continua: “Per noi fu terribile, fui sollevato dopo aver sparato i due colpi, come la gran parte di noi. Non eravamo affatto dei macellai”.
L’ex capitano non ha mai rinnegato le proprie azioni ma ha raccontato di non sentirsi più legato al nazismo e a tutto ciò che il regime ha provocato: “Una volta finita, e' finita, sono del tutto libero da convinzioni politiche”.
Anche se poi ha voluto precisare che si sentiva lontano da qualsiasi forma di dittatura, di destra e di sinistra “perché c’è sempre qualcuno a soffrirne”.
L’intervista affronta anche tematiche come la fede e la morte.
Anche qui l'ex capitano appare tranquillo e consapevole del suo passato, ma per niente preoccupato per un possibile giudizio divino.
“Non mi pento di nulla, non avevo scelta. La mia vita è andata così. Sono convinto che semmai dio dovesse esistere guiderebbe ogni persona così come vive. Nessuno e' mai tornato dall'aldilà e ce lo ha raccontato. Non sappiamo se dio esiste, non sappiamo se esistono il paradiso e l'inferno".
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