La magnificenza di far parte di un'associazione così importante come l'UAER è quella di avere un'alta probabilità di incontrare menti illuminate e liberi pensatori che si distinguono per meriti filosofici e letterari nella società attuale con lo spirito critico che ogni individuo dovrebbe tentare di avere.
La storia che vi sto per raccontare è breve ma è una delle più incantevoli che possa capitare ad una "matricola atea" come me, una di quelle sorprese che gratificano e riempiono un percorso umano, filosofico e culturale senza sosta che si sta compiendo e che ti fa sentire quell'atmosfera secolarista e ateista che si sta manifestando con un processo ineluttabile, in particolar modo in Occidente, un tempo roccaforte del cristianesimo.
Verso la metà dell'Ottobre c.a., fa la segreteria dell'Associazione UAER inoltrò nell'ufficio della mia presidenza un messaggio di posta elettronica, il destinatario era ben visibile ma non sconosciuto alla mia rubrica, mi accinsi a leggere attentamente il contenuto e alla fine della lettura rimasi entusiasta.
Cosa mi rese così entusiasta?
La proposta che mi venne fatta, ma non una proposta qualsiasi, era quella di poter mostrare ed esprimere all'opinione pubblica il libero pensiero e in particolare il pensiero ateo di chi ha ben
chiari alcuni concetti della società, e sopravvenne in me un fattore di forza maggiore perché in quel messaggio c'era un senso di partecipazione, una partecipazione ammirevole e considerevole da
parte del destinatario che mi coinvolse a pieno regime.
E' proprio lui, l'autore del libro Renato Testa, a cui ho esternato tutta la mia ammirazione per la grande opera e lo ribadisco qua davanti ai lettori, il libro è tra le mie mani e le pagine, durante la mia lettura, vengono voltate con fremito e continua ammirazione.
Malaféde è la condizione di chi inganna consapevolmente, è quel comportamento malizioso posto in essere nella consapevolezza di discostarsi dalle comuni regole sociali di lealtà e di correttezza e di poter così pregiudicare gli interessi e persino i diritti altrui , ecco perchè è indecente essere cristiani.
Ma il libro articolerà meglio definizioni e concetti.
Come termine filosofico, Jean-Paul Sartre ha utilizzato "malaféde" (mauvaise foi in francese) per definire i "concetti di malafede", che sono quelle affermazioni che in una posizione esistenziale devono essere credute, contemporaneamente, sia vere che false.
Chi abbraccia uno di questi concetti non sta ingannando altre persone, e nemmeno si può dire che commetta un errore logico; ma sta, in un certo senso, ingannando sé stesso.
Concludo ringraziando a titolo d'onore Renato Testa per lo splendido regalo fatto, non solo a me ma a tutta la società civile che dovrebbe essergliene grato acquistando e leggendo il libro pubblicato cui non voglio detrarvi dal gusto della sorpresa, e lo invito ad unirsi con forza maggiore alla causa, perché le foglie e i rami non possono crescere senza le radici.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Citazione
“L’ateo molto spesso si sente tale, ma non sa perché, non sa giustificare razionalmente la propria posizione e vive il suo ateismo come un’incoerenza, una colpa, un’anomalia.”
Il saggio dello scrittore emergente Renato Testa intitolato “La malafede – Perché è indecente essere cristiani” è un libro schietto, che vuole esporre principalmente le ragioni dell’esistenza dell’ateismo.
Non c’è nessuna spiegazione che tenga per l’autore: dio non esiste, è un’invenzione dell’uomo.
La sua tesi è dimostrare quanto sia inattendibile ogni contenuto presente nella bibbia e nei vangeli.
Ci sono falle in molti passaggi contenuti nei testi sacri del cristianesimo, che ci mostrano come sia assurdo e illogico credere nell’esistenza di dio.
Se il bene spesso è sconfitto dal male, che non dovrebbe neanche esistere, se dio è buono come si dice, i conti non tornano.
Dio dovrebbe essere onnipotente e non permettere neanche la possibilità del male.
Il saggio “La malafede – Perché è indecente essere cristiani” è un libro che oltre a essere diretto nelle sue asserzioni, si presenta di facile lettura, alla portata di tutti.
Renato Testa spiega il proprio punto di vista, condiviso dagli atei e da chi crede in altre religioni attaccando anche la chiesa corrotta e corrosa dagli scandali.
L’uomo nasce con il peccato ed è limitato nella sua libertà, solo per questo bisognerebbe non credere in dio, secondo lo scrittore.
Il cristianesimo, con le sue regole, le sue parole e la sua morale è opera dell’uomo, di chi vuole ingannare e gestire il potere.
Questi sono alcuni dei tanti temi trattati da Renato Testa nel libro “La malafede – Perché è indecente essere cristiani”, un saggio in cui si ascoltano i pareri di molti illustri e si approfondiscono molto argomenti che riguardano il cristianesimo.
L'intento di questo saggio è quello di dimostrare esegeticamente, con incredibile precisione e coraggio, l'inattendibilità di quanto contenuto nei testi sacri del cristianesimo, ripercorrendo con attenzione filologica molteplici passi della bibbia e dei vangeli.
Smascherare le insidie e le atrocità di una religione misogina, anacronistica, che ci vuole portatori di peccato sin dalla nascita, nonché castrati nella possibilità di vivere una sessualità libera e sana.
Lungi dall'esser latrice di valori rivendicati come autenticamente fondanti la civiltà occidentale, la chiesa dovrebbe rispondere al contrario dei molteplici scandali che ne attanagliano la condotta morale, occultati con sapienza dai ministri del culto.
Luciano Surace
Presidente Ass. UAER
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Roberto (martedì, 01 febbraio 2022 23:41)
Fate un "COPIA E INCOLLA "delle vostre considerazioni applicandolo all' ISLAM ed alle religioni in TOTO ..!!! e poi andiamo avanti con le BARZELLETTE !!
Ciao INGENUI
Mirco (mercoledì, 13 aprile 2022 23:54)
Ottimo saggio, scritto bene, scorrevole, esaustivo di (quasi) tutte le contraddizioni della religione cristiana. La parte che maggiormente mi ha colpito è quella dedicata al concetto di libertà di scelta e l'origine del male. Lo scrittore mette coraggiosamente nero su bianco quelle grandi domande che ogni uomo si pone dinanzi a malattie, catastrofi, ingiustizie, squilibri e iniquità presenti non solo nella società ma addirittura nella natura.
Per rispondere all'utente che dà degli "ingenui" all'autore e ai lettori, mi sembra più che mai calzante la metafora del bue che dà del cornuto all'asino. Se quella di Testa è ingenuità, allora mi domando come dunque vada denominata la cieca creduloneria dei fedeli.