Il Conseil Constitutionnel francese ha dichiarato che la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso (Loi mariage pour tous) approvata lo scorso maggio è costituzionalmente legittima, nella misura in cui non prevede una clausola di coscienza.
Il ricorso è stato presentato da alcuni sindaci che si proclamavano rappresentanti di una comunità di 20.000 eletti e che sostenevano che la legge sarebbe incostituzionale perché non contempla una clausola di salvaguardia del diritto all’obiezione di coscienza da parte dei sindaci che, per motivi personali ispirati da ragioni etiche, religiose o anche solo individuali, potrebbero non concordare con il matrimonio tra persone dello stesso sesso e non volerlo celebrare.
Dal testo completo della decisione si desume un principio importante: con la legge in parola, mancando deliberatamente di prevedere la possibilità di un’obiezione di coscienza da parte dei sindaci, “il legislatore ha inteso assicurare l’applicazione della legge relativa al matrimonio e garantire inoltre il buon funzionamento e la neutralità del servizio pubblico dello stato civile“.
Una parola, neutralità del servizio pubblico, che rimanda vagamente al principio di laicità, che ci ricorda quotidianamente che compito dello Stato non è assicurare la salvezza delle anime secondo i precetti di una determinata religione, bensì garantire il rispetto delle leggi democraticamente approvate.
Se al sindaco non piace quello che deve fare, può d’altronde sempre delegare un altro ufficiale dello stato civile.
Ma c’è anche un altro punto molto interessante.
Il Conseil infatti conclude affermando senza mezzi termini che “le disposizioni contestate, che non disconoscono né il principio del pluralismo delle correnti di idee ed opinioni, né il principio della libera amministrazione degli enti territoriali, né alcun altro diritto o libertà che la Costituzione garantisce, deve essere dichiarata conforme alla Costituzione“.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è dunque perfettamente costituzionale, e lo è nel suo complesso nei confronti dell’intera Costituzione: esso non viola pertanto il pluralismo delle idee né attacca la libertà di religione.
Con buona pace di chi sostiene che la sua libertà viene contratta se anche i gay iniziano a sposarsi, o che il matrimonio gay sarebbe incostituzionale perché la Costituzione riconosce solo il matrimonio tra uomo e donna.
Una bella lezione per chi usa la religione o la morale come arma politica per opporsi al riconoscimento degli stessi diritti per tutti.
Una bella lezione anche per noi italiani.
Matteo Winkler
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