Oggi è il 43° anniversario della controversa legge sul divorzio, di seguito abbiamo deciso di inserire tutta la cronologia che ha visto una disputa interminabile, iniziata già durante il Regno d'Italia e terminata negli anni 70 del XX secolo, sino ad allora, un forte ostruzionismo democristiano impedì al Paese di poter emanare questa legge e concedere così il diritto civile ai cittadini di potersi avvalere di questa pratica giuridica fondamentale per la società che ne sentiva una forte esigenza.
L'Italia nei cento anni del secolo XIX (1801-1900) giorno per giorno illustrata. Questo eccezionale repertorio cronologico è stato digitalizzato dall'Istituto per la Storia del Risorgimento di Roma che lo ha reso cortesemente disponibile alla nostra Associazione. Lo pubblichiamo benché non sia ancora corretto (la correzione è in corso). Chi volesse consultare gli anni precedenti al 1861 può riferirsi al sito dell'Istituto per la Storia del Risorgimento di Roma cliccando qui.
13 maggio 1878
Prima iniziativa parlamentare per il divorzio
• Prima iniziativa parlamentare in Italia a favore del divorzio. Salvatore Morelli, deputato liberale salentino già promotore di un progetto di legge per la parità dei sessi, presenta un disegno di legge che lo ammette in sei casi: impotenza sopravvenuta e incurabile; infedeltà di uno dei due coniugi o prostituzione della moglie accertata in giudicato; tentato uxoricidio; condanna ai lavori forzati a vita; prodigalità estrema; grave incompatibilità di carattere constatata da contrasti tali da rendere impossibile la convivenza. L’ostruzionismo generale, sostenuto in particolare dai cattolici, e la fine prematura della legislatura ne impediscono la discussione in Parlamento.
• Da Roma, alle 3 pomeridiane, il duca d’Aosta e il principe di Carignano partono per Torino. [Comandini]
Divorzio, nuova proposta del deputato Morelli
• Morelli presenta una nuova proposta di legge che riduce a due i casi di ammissibilità del divorzi condanna di uno dei coniugi ai lavori forzati a vita; separazione personale completa di almeno tre anni (sei in presenza di figli). La posizione contraria della chiesa e la morte di Morelli decretano la fine del disegno di legge.
10 febbraio 1880
Il papa ribadisce la contrarietà della vhiesa
• Sul tema interviene di persona papa Leone XIII: «A causa dei divorzi il patto nuziale è soggetto a mutabilità; si indebolisce l’affetto... è diminuita la dignità della donna che corre pericolo di essere abbandonata dopo che ha servito come strumento di piacere al marito». Nell’enciclica Arcanum Divinae Sapientiae elenca otto ragioni per cui opporsi al divorzio.
19 febbraio 1880
Divorzio, nuova proposta del deputato Morelli
• Morelli presenta una nuova proposta di legge che riduce a due i casi di ammissibilità del divorzi condanna di uno dei coniugi ai lavori forzati a vita; separazione personale completa di almeno tre anni (sei in presenza di figli). La posizione contraria della Chiesa e la morte di Morelli decretano la fine del disegno di legge.
1 febbraio 1881
«Tentare il ricongiungimento dei coniugi»
• Disegno di legge del ministro della Giustizia Tommaso Villa, simile a quello di Morelli del 1878, ma più restrittivo. Prevista fra l’altro la costituzione di un «consiglio di famiglia» che attribuisce al giudice il compito di tentare il ricongiungimento dei coniugi. Una nuova interruzione della legislatura mette fine anche a questa proposta.
anno 1883
Da Villa a Zanardelli: i Guardasigilli in campo
• Il ministro della Giustizia Giuseppe Zanardelli ripropone inalterata il progetto di legge sul divorzio del suo predecessore, Tommaso Villa.
12 marzo 1892
Villa ci riprova, i cattolici contro
• Villa, ora deputato della Sinistra, ripresenta la sua proposta sul divorzio, aggiungendo tra le condizioni di ammissibilità la condanna ad almeno vent’anni di carcere di uno dei due coniugi. Proposta bocciata. Lo scandalo della Banca Romana fa passare la questione in secondo piano, anche se sono numerose in questo periodo le iniziative cattoliche in favore dell’indissolubilità del matrimonio (si costituisce il Comitato per la difesa del matrimonio).
7 dicembre 1892
Legge Villa, terzo tentativo: respinto
• Villa presenta per la terza volta il suo disegno di legge sul divorzio alla nuova legislatura da poco aperta. La linea antidivorzista ha nuovamente la meglio.
6 dicembre 1901
Berenini e Borciani, socialisti per il divorzio
• I socialisti Agostino Berenini e Alberto Borciani portano in Parlamento una nuova proposta di legge: divorzio previsto per cause legali (condanna di uno dei coniugi ad almeno dieci anni di carcere; separazione legale protrattasi per tre anni, qualora dal matrimonio non siano nati figli, o per cinque in caso diverso), per cause morali (separazione di fatto per lungo periodo o concorso di circostanze tali da escludere la speranza della riconciliazione), per cause fisiologiche (interdizione per infermità di mente di uno dei coniugi protrattasi per più di tre anni e accompagnata da dichiarazione di insanabilità; impotenza perpetua di uno dei coniugi sopravvenuta al matrimonio). Il Guardasigilli Cocco-Ortu si dichiara sostanzialmente favorevole, l’intervento contrario di papa Leone XIII spinge le organizzazioni cattoliche a raccogliere firme per bloccare la proposta di legge. La Berenini-Borciani non giunge a discussione.
Giovedì 20 febbraio 1902
Il re: una legge sul divorzio si può fare
• Vittorio Emanuele III nel discorso della corona che inaugura la seconda sessione della XXI legislatura: «Il mio Governo vi proporrà di temperare, in armonia con il diritto comune delle altre nazioni, l’ideale principio dell’indissolubilità del matrimonio civile». Due giorni prima il ministro dei Lavori pubblici Gerolamo Giusso si è dimesso, in contrasto con il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli che ha annunciato un disegno di legge sul divorzio.
Mercoledì 26 novembre 1902
Governo Zanardelli, il primo che si muove
• Prima proposta di legge sul divorzio formulata direttamente dal governo: è firmata dal presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli e dal ministro della Giustizia Francesco Cocco-Ortu. Cause di scioglimento del matrimonio limitate a quattro: adulterio; abbandono volontario; sevizie; condanna all’ergastolo o a pena detentiva superiore ai venti anni. La proposta scontenta fortemente i divorzisti, che percepiscono la semplificazione come un passo indietro rispetto alla proposta Berenini. Nel dicembre 1902 il Comitato romano antidivorzista deposita in Parlamento tre milioni e mezzo di firme contro il divorzio. Una mossa che influenza il Parlamento: il disegno di legge è bocciato (400 i voti contrari, 13 a favore).
Sabato 7 febbraio 1914
«Divorzio con un ergastolo, o l’infermità mentale»
• Il deputato repubblicano Ubaldo Comandini presenta una nuova proposta di legge «per lo scioglimento del matrimonio mediante il divorzio», scioglimento ammesso nel caso in cui uno dei due coniugi sia condannato all’ergastolo o a condanna non inferiore ai dieci anni, nel caso d’infermità mentale certificata da almeno tre anni e nel caso di separazione personale. L’avversione dei cattolici e il cosiddetto patto Gentiloni che essi hanno stipulato con i liberali bloccano la discussione. La proposta decade.
Venerdì 6 febbraio 1920
Iniziativa socialista, il Partito popolare è contro
• I deputati socialisti Costantino Lazzari e Guido Marangoni presentano una nuova proposta di legge per l’introduzione del divorzio. Lo scioglimento del matrimonio è previsto nei seguenti casi: fine dello scopo fisiologico e sociale della procreazione; separazione dei coniugi dopo due anni dal giorno in cui la sentenza relativa è passata in giudicato (termine prolungato per tre anni in presenza di figli); impotenza manifesta e perpetua sopravvenuta durante il matrimonio; infermità mentale riconosciuta inguaribile; condanna a una pena superiore ai cinque anni; malattia trasmissibile dichiarata inguaribile. Possibile inoltre chiedere il divorzio in caso di adulterio di uno dei coniugi durante l’assenza dell’altro per motivi umanitari, sociali e in occasione di guerre. Alla Camera si delinea un blocco divorzista formato da socialisti e radicali, il mondo cattolico si mobilita anche attraverso il neonato Partito popolare di don Luigi Sturzo. Il progetto decade per la chiusura anticipata della legislatura.
Martedì 26 ottobre 1954
Undicesima proposta, e crescono i favorevoli al divorzio
• Il senatore socialista Renato Sansone presenta l’undicesimo disegno di legge sul divorzio. La situazione sociale nel paese è mutata: le separazioni sono circa 67mila l’anno, dice un’inchiesta della Stampa, e i favorevoli al divorzio sono cresciuti dal 15% del 1948 al 21% del 1953 (sondaggio Doxa). La proposta Sansone prevede lo scioglimento del matrimonio nel caso di: condanna del coniuge a più di quindici anni di reclusione; uxoricidio; abbandono del tetto coniugale per un periodo non inferiore ai quindici anni; separazione consensuale e di fatto tra i coniugi. Possibile sciogliere il vincolo anche per malattia mentale inguaribile o se l’altro coniuge, cittadino straniero, ottiene all’estero lo scioglimento del matrimonio celebrato in Italia. Democrazia cristiana contraria, proposta accantonata senza che si arrivi a una votazione o a una discussione parlamentare.
Giovedì 12 giugno 1958
Il socialista Sansone riprova dopo quattro anni
• Renato Sansone, ora deputato, ripresenta, con Giuliana Nenni, lo stesso disegno di legge per l’introduzione del divorzio che aveva proposto quasi quattro anni fa. Questa volta è la chiusura anticipata della legislatura a impedire la discussione.
Venerdì 1 ottobre 1965
Proposta del socialista Fortuna, freddo il Pci
• Il divorzio, nel nuovo disegno di legge presentato in Parlamento, è ammissibile in cinque casi:
1) se l’altro coniuge è stato condannato con una o più sentenze definitive:
a) all’ergastolo o a cinque o più anni di reclusione per uno o più delitti non colposi;
b) a qualsiasi pena detentiva per incesto, delitti sessuali commessi a danno dei discendenti, istigazione o costrizione della moglie o delle figlie alla prostituzione, sfruttamento o favoreggiamento di tale prostituzione;
c) a una pena detentiva non inferiore a un anno per maltrattamenti o per qualsiasi altro reato commesso in danno del coniuge o dei discendenti;
2) se l’altro coniuge è stato prosciolto per totale infermità di mente da uno dei reati dei punti b) e c) del paragrafo precedente;
3) abbandono del tetto coniugale per un periodo non inferiore a cinque anni o se vi sia stata tra i coniugi separazione legale ininterrotta o di fatto per non meno di cinque anni;
4) se l’altro coniuge affetto da malattia mentale si trova degente in ospedale psichiatrico o altro luogo di cura da non meno di cinque anni;
5) se l’altro coniuge, quale cittadino straniero, abbia ottenuto all’estero annullamento o scioglimento del matrimonio contratto con il coniuge italiano.
È il disegno di legge del deputato socialista Loris Fortuna. L’iniziativa è accolta con freddezza dal Pci e lo stesso segretario, Enrico Berlinguer, sostiene che un appoggio deciso alla causa potrebbe provocare «uno scatenamento di forze religiose contro di noi, che metterebbe in forse il successo conseguito dalla nostra linea sulla questione cattolica». Senza l’appoggio delle forze laiche e con il secco rifiuto della Dc e del mondo ecclesiastico, il progetto naufraga.
Sabato 8 novembre 1969
Pannella inizia uno sciopero della fame
• Fortuna, con il liberale Antonio Baslini, ha ripresentato il suo progetto di legge con alcune modifiche strutturali. La Commissione giustizia l’ha approvato con una larga maggioranza e la legge è andata in discussione alla Camera. Contro l’ostruzionismo della Dc e del Msi e per sollecitare il voto in aula, Marco Pannella, che nel 1966 ha fondato la Lid (Lega italiana divorzio), inizia uno sciopero della fame.
Venerdì 28 novembre 1969
Primo sì alla legge Fortuna-Baslini
• La Camera approva con 325 sì e 283 no la legge Fortuna-Baslini sul divorzio. La votazione in Senato è ritardata dalle crisi politiche del 1970 e dalla caduta del secondo governo Rumor.
Martedì 1 dicembre 1970
Sì alla legge: in Italia si può divorziare
• Con l’ultimo voto della Camera all’alba, e in serata la firma del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, è approvata in via definitiva la legge n. 898, «Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio». È la legge Fortuna-Baslini, dal nome dei primi firmatari, che introduce il divorzio in Italia. Quello decisivo è stato il quattordicesimo tentativo legislativo in quasi un secolo di storia. La legge è passata anche in Senato, dopo aver subito alcune modifiche restrittive per evitare il completo ostruzionismo della Dc. La sua approvazione riflette la volontà popolare; in un nuovo sondaggio della Doxa il 56% degli intervistati risponde di ritenere giusta una legge sul divorzio.
Scrivi commento