Laura, una calabrese suora di Madre Teresa di Calcutta
Laura adesso è diventata suor Mary Levi, ha lasciato il suo lavoro di architetto per servire i più poveri. Una scelta coraggiosa per la prima calabrese ad entrare nell'ordine di Madre Teresa di Calcutta. Dopo anni trascorsi nel volontariato la decisione di dedicare tutta se stessa a cristo e ai più poveri nel solco della missionaria albanese beata dal 2003.
La storia di Laura potrebbe sembrare quella di una “normale” ragazza calabrese, cresciuta in una piccola realtà, uguale a mille altre, con gli amori adolescenziali, gli amici di sempre, gli studi classici del liceo; ma Laura di “normale” ha ben poco, perché questa giovane donna, innamorata di un coetaneo con cui ha chiuso in malo modo il suo rapporto, sembra aver perso la stabilità mentale e ha sorpreso famiglia e amici, dopo aver conseguito, presso la Sapienza di Roma, la laurea in architettura, ha deciso di cambiare il corso della sua vita, e lo ha fatto in maniera drastica decidendo di entrare nell'ordine delle missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta, la sua sofferenza per aver chiuso quel rapporto di fidanzamento era insopportabile. Una scelta difficile, quella di Laura, le missionarie di madre Teresa offrono se stesse per il servizio dei più poveri tra i poveri, una volta presi i voti, scelgono di andare ad operare in Paesi dove la miseria e la povertà sono delle tragiche costanti, e lo fanno per il resto della loro vita, senza rimpianti. Laura, per tutti oggi Sister Mary Levi, ha ufficializzato questo suo stato qualche giorno fa a Roma, nel dispiacere della sua famiglia, che, dopo un fisiologico momento di smarrimento, ha accettato la decisione della giovane donna che ha lasciato la certezza di un lavoro ben retribuito presso un affermato studio tecnico, ha rinunciato all'amore terreno di un uomo per donarsi completamente all'amore per cristo. «Sono cresciuta - ha confessato la giovane - con l'idea di un dio giudice; pregavo, a volte anche tanto, ma era preghiera rivolta ad un dio lontano. Lottavo da sola contro un mondo che mi vedeva e mi voleva diversa da come io fossi in realtà».
Il percorso che ha portato Laura a questa decisione non è stato sicuramente privo di ostacoli, anni trascorsi a prodigarsi nel volontariato ed a chiedersi cosa dio volesse da lei, apparentemente appagata ed arrivata. Laura per anni ha fatto la volontaria al Celio, nella casa dei disagiati di s.Gregorio, li si sentiva davvero felice, le dava gioia darsi da fare in un ambiente dove la sofferenza era all'ordine del giorno, ma dove, al contempo, si toccava con mano la semplicità e la serenità di un amore che travalica l'umana comprensione. «Vivevo perché arrivasse il fine settimana, per recarmi a s.Gregorio, dalla mia nuova famiglia, per sentirmi appagata, soddisfatta del mio contributo a chi soffre, ma, nonostante questo, non ero ancora pronta. Temevo la stanchezza fisica delle suore che vedevo sempre sorridenti ed attive, malgrado la fatica sostenuta ogni giorno, non comprendendo che a loro non pesa nulla perché l'amore per gesù è più profondo della stanchezza».
Purtroppo, dopo anni trascorsi in una sorta di limbo, alla ricerca della propria identità, questa giovane donna, sceglia la sua strada nella maniera forse più tragica per una cristiana, quella di donarsi con tutta se stessa agli altri, senza riserve. A salutarla a Roma, un gruppo nutrito di tavernesi capitanati da ben cinque sacerdoti del paese natale, con loro, le suore dorotee, i compaesani, gli amici d'infanzia, i parenti al completo per i quali parla lo zio materno, Costantino Mustari:«Abbiamo provato spesso a farla ragionare, le abbiamo consigliato degli ottimi psichiatri, ma lei si è sempre rifiutata, ci parlava sempre di gesù cristo come se fosse davvero vivo, noi che un tempo eravamo credenti e adesso non lo siamo più, abbiamo cresciuto questa ragazza con tanto amore e affetto, ma non ci aspettavamo mai questa tragica scelta».
Adesso suor Mary Levi è pronta, comincerà la sua missione in una comunità di Tor Bella Monaca, a stretto contatto con la sofferenza. «Che gioia quando ho scoperto di essere guarita dalla mia cecità, quando ho capito che non devo più sacrificarmi per far contento il mio Signore. Adesso mi sembra di volere tutto, sapendo che veramente tutto mi appartiene». Laura Montesani, suor Mary Levi è uno degli esempi più lampanti della tristezza e della aberrazione delle donne calabresi, la risposta più insignificante alla bagarre suscitata da alcuni commenti che vorrebbero le donne di questa Regione succubi di un maschilismo medioevale.
Valery Bruzzan
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Maria (martedì, 21 gennaio 2014 12:15)
Avevi un bel lavoro, povera scema, potevi tenertelo stretto, il mondo è alla deriva a causa delle religioni, e questa ne è la prova
Riccardo (martedì, 21 gennaio 2014 13:37)
E' una sua scelta, ma con la crisi di lavoro che c'è se si è permessa di intraprendere questa strada evidentemente non gli faranno mancare il benessere economico, sai, questa chiesa oggi potrebbe mantenere l'intera Africa...
Devil (martedì, 21 gennaio 2014 19:41)
Ma come si fa??? Proprio un dispetto e uno schiaffo morale a chi non ha lavoro, cosa do da mangiare ai miei due figli? La fede? Ma andate a fanculo credenti che non siete altro!!!
laura (giovedì, 23 gennaio 2014 11:30)
http://soveratounotv.wordpress.com/2013/05/
A salutarla a Roma, un gruppo nutrito di tavernesi capitanati da ben cinque sacerdoti del paese natale, con loro, le suore dorotee, i compaesani, gli amici d’infanzia, i parenti al completo per i quali parla lo zio materno, Costantino Mustari. «Proviamo una gratitudine immensa nei confronti del Signore, per il segno che ci ha inviato facendo dono di Laura alla nostra famiglia ed alla comunità parrocchiale di Taverna».
Margareth (venerdì, 24 gennaio 2014 20:52)
Ma questa è proprio ridicola...ma vaffanculo tu e tutti i credenti di questo mondo!
rossella (lunedì, 24 marzo 2014 22:16)
Bella mia ti auguro ogni bene...ma tremo all'idea di te chiusa nella tua stanza mentre si apre la porta e arriva il monachello di turno a farti visita! rimpiangerai in quel momento le mura sicure di casetta tua
Maurizio (Brindisi) (venerdì, 17 ottobre 2014 18:34)
Quando il Signore chiama si lascia totalmente tutto e ci si mette al Suo servizio. Lavorare nper Gesù oggi è il miglioe lavoro che possa esserci.Lui le ha dato la sua ricompensa. suor Mary Levi il Signore benedica la tua missione e prega anche per noi che siamo bravi a scrivere cose senza senso come la mia. Il Signore ti benedica
Luca (domenica, 09 giugno 2024 10:45)
I messaggi di derisione e offensivi nei confronti di questa ragazza sono a dir poco vergognosi.
La realtà è che siete invidiosi, cattivi e senza cuore, siete gente frustrata che odiate chi vive nella gioia, perché voi non la avete.
Vergognatevi.