A complicare la storia del processo e della morte di Gesù è la presenza del personaggio Barabba che viene stranamente liberato da Pilato.
Barabba compare brevemente in tutti e quattro gli evangelisti:
Mc 15,6-15 “A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.”
Gv 18,39-40: “Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.”
Lc 23,18-19: “Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio.”
Mt 27, 15-21: “Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!».”
Nulla ci viene detto di lui se non che viene proposto per essere liberato al posto di Gesù. Non viene detto per cosa fosse accusato se non che è stato arrestato in una sommossa in cui è avvenuto un omicidio e che era un personaggio conosciuto, definito comunque “brigante” da Giovanni. A mio avviso questi dettagli sono assolutamente insignificanti per capire la sua liberazione e dovevano solo giustificare la sua presenza in carcere per utilizzarlo nell’allegoria della liberazione.
L’episodio trova un collegamento biblico in
Levitico 16, 7-10: “Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno e getterà le sorti per vedere quale dei due debba essere del Signore e quale di Azazel. Farà quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore e l'offrirà in sacrificio espiatorio; invece il capro che è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, perché si compia il rito espiatorio su di lui e sia mandato poi ad Azazel nel deserto.”
in cui la vittima sacrificale viene sorteggiata fra due capri e l’altro lasciato libero, ma assume nuovi e diversi significati nel contesto di una religione con teologia astronomica.
Bar Abba significa figlio di Abba, e abba è la parola aramaica che significa padre.
In alcuni manoscritti del Vangelo di Matteo (Codici Q, f1, 700) viene riportato anche che Barabba si chiama Gesù, Gesù figlio del Padre, quasi a voler esplicitamente suggerire una gemellarità con il protagonista dei vangeli. Gli apologeti cattolici sono contrari a questa affermazione dicendo che non corrisponda a “Gesù figlio del Padre” o che comunque padre non debba intendersi Dio.
Sono le stesse sacre scritture a confutarli:
Marco 14,36: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu."
Romani 8,15: “Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitú per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre»”
Galati 4,6: “Ora perché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori che grida: «Abba, Padre»”
Stabilito e accettato che Gesù Nazarano e Gesù Barabba sono l’uno l’alter ego dell’altro, constatata la gemellarità che sembra sorgere dalla descrizione evangelica ci vengono subito alla mente altri gemelli ritrovati nella decodifica della mitologia egizia riportata in un mio precedente articolo: “Il mito egizio eliopolitano”.
Sintetizzo brevemente i punti essenziali che riguardano la coppia di gemelli Osiride e Seth.
Dopo l'uccisione di Osiride il figlio Horus prende il suo posto e inizia una lotta con lo zio Seth. Questa lotta si esplica sia giornaliermente, sia durante l'anno, e Horus rappresenta il sole crescente mentre Seth rappresenta il sole calante.
Nell'alternarsi annuale fra i due soli è possibile investigare più in dettaglio quello che avviene durante il sole crescente dal solstizio d'inverno SI al solstizio d'estate SE.
Durante la prima fase della sua missione Horus è blando nella sua azione, per quaranta giorni è ancora inefficace (i quaranta giorni nel deserto di Gesù) e la sua luce ancora non splende, e rimarrà blando fino all'equinozio di primavera, in cui avviene il miracolo che la luce prevale sul buio.
In questa prima fase (SI-EP) a causa della sua debole azione Horus è Giovane e viene chiamato Arpocrate, il dormiente; dopo l'equinozio di primavera però si risveglia e diventa Horus Vecchio, dalle piene capacità fecondanti che espleterà magnificamente fino al solstizio d'estate (EP-SE) garantendo l'inondazione del Nilo e la nascita delle messi.
A Pasqua, per ragioni sacrali, ma sarebbe più corretto dire all'equinozio di primavera in quanto la Pasqua ricorre nel giorno di luna piena successivo, avviene il passaggio di ruolo fra Horus il Giovane e Horus il Vecchio, allegoria del sole che sorge dal quadrante inferiore, dagli inferi, dall'oscurità, e entra nel quadrante superiore apportatore di nuova luce. Allo stesso modo la presenza di un Gesù figlio del Padre alla condanna a morte di Gesù ci fa supporre che Barabba rappresenti il suo sostituto come nel mito egizio. Gesù lo annunzia prima del suo arresto:
Gv 16,7: "Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò".
Con l’avvento del Consolatore-Barabba inizia la massima irradiazione solare, che culminerà con il solstizio d’estate.
Il giorno in cui Giovanni prende il posto di Gesù, Seth sostituisce Horus, e il sacrificio all'equinozio di primavera ha dato i suoi frutti ancora una volta: i campi sono pieni di messi e l'uva cresce rigogliosa nel vigneto.
Pier Tulip
Estratto dal libro KRST - Gesù un Mito Solare
Una nuova esegesi svela contenuti mitici e allegorici dei Vangeli
Nuova ipotesi sul Gesù storico
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Luca (giovedì, 01 maggio 2014 11:38)
Barabba non significa figlio del padre, inteso come il Dio degli ebrei, Yahweh, ma figlio di un padre.