Si chiamano movimenti ecclesiali, di fatto si configurano come vere e proprie sétte, sebbene tutte abbiano l’imprimatur ecclesiastico e siano, a partire dal pontificato Wojtyla che li ha rafforzati e valorizzati, i più agguerriti alfieri della Reconquista cattolica della società: neocatecumenali, Legionari di Cristo, Focolari, Comunione e liberazione, Opus Dei, Rinnovamento nello Spirito santo, Comunità di sant’Egidio.
I «caratteri settari» sono comuni a tutti. Il culto del leder-fondatore, che in diversi casi è già stato santificato dalla chiesa (Josemaría Escrivá de Balaguer, Opus Dei, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002) oppure si appresta ad esserlo (Luigi Giussani, Cl, il cui processo di beatificazione è in corso, e Chiara Lubich, movimento dei Focolari, per la quale è stato ufficialmente richiesto), il cui “verbo” – dalle catechesi di Kiko Argüello, fondatore dei neocatecumenali, ai discorsi di Andrea Riccardi, capo indiscusso di sant’Egidio – viene diffuso alle comunità sparse per il mondo che devono ripeterlo pedissequamente. La separatezza dal mondo esterno, visto come territorio da conquistare o da convertire. Un lessico specifico, quasi iniziatico, patrimonio verbale esclusivo degli adepti, dall’immancabile «Padre santo» con cui i neocatecumenali introducono ogni intenzione di preghiera, all’«avvenimento cristiano» dei ciellini. L’autarchia relazionale e spesso anche affettiva dei seguaci, che sono invitati a tagliare i ponti con il loro ambiente di provenienza e a costruire legami esclusivi nel gruppo, fino ai matrimoni che, soprattutto fra i neocatecumenali, vengono concordati e programmati all’interno del movimento; oppure, laddove non è possibile, il coniuge “esterno” viene inglobato nel gruppo. L’isolamento e l’emarginazione dei fuoriusciti, attorno ai quali viene fatta “terra bruciata”.
Le “spiritualità” e le prassi sono invece diverse: imprenditoriale e affaristica quella di Opus Dei e Compagnia delle opere, braccio economico di Comunione e liberazione; sociale e politica quella di Sant’Egidio e Cl; più strettamente religiosa quella di neocatecumenali, focolarini e Rinnovamento nello Spirito. Sebbene tutte, fedeli alla tattica del marciare divisi per colpire uniti, siano ecclesialmente conservatrici, quando non marcatamente integraliste, e finalizzate alla conquista della società relativista e secolarizzata, a partire dai «principi non negoziabili»: bioetica, famiglia, morale sessuale, scuola.
A passare in rassegna i 7 movimenti è il volume di Carlotta Zavattiero (Le lobby del Vaticano, Chiarelettere, pp. 182, euro 13), che di ciascuno traccia una breve storia, ne delinea la struttura e l’organizzazione e ne racconta le attività – utilizzando anche i racconti degli “ex” –, soffermandosi in particolare sulle aderenze con il mondo politico ed economico-finanziario e sui numerosi scandali, spesso sfociati in indagini e in condanne penali, che hanno caratterizzato il passato e delineano il presente dei movimenti.
Il libro non rivela particolari inediti, ma disegna una mappa di alcune delle principali realtà laicali in Italia, mostrandone il potere all’interno della Chiesa, gli interessi e le ingerenze nel mondo politico ed economico: i politici appartenenti ai movimenti, dai ciellini Formigoni, Lupi e Mauro a Paola Binetti (Opus Dei), dal ministro Del Rio (neocatecumenale, come il segretario della Cisl Bonanni) alla pattuglia di Sant’Egidio, che può contare su Mario Marazziti (Per l’Italia, la scissione cattolica di Scelta civica) e Francesco Giro (rimasto fedele a Berlusconi in Forza Italia); le inchieste giudiziarie che coinvolgono gli uomini di Cl, Formigoni in testa; i tentacoli dell’Opus Dei che si allungano dai sacri palazzi vaticani – dove, fino a poco fa, un loro uomo, Ettore Gotti Tedeschi, era presidente dello Ior – al Banco di Santander; la vicenda di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, lungamente protetto da Wojtyla e dal card. Sodano, fino a quando non è stato più possibile nascondere gli abusi e le violenze sessuali compiute su decine di seminaristi e i suoi figli – almeno 5 – sparsi per il mondo.
Sono «i gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di papa Francesco», spiega il sottotitolo del libro. Anche se l’affermazione andrà verificata. Bergoglio, è vero, nell’incontro con i movimenti ecclesiali (19 maggio) ha parlato della «pericolosità» dei «cammini paralleli» nella Chiesa. Parole che fanno pensare ad un ridimensionamento dei movimenti, che però è ancora tutto da realizzare. Intanto l’inchiesta di Zavattiero consente di conoscere e capire cosa si muove nel mondo cattolico “movimentista”. In attesa delle mosse di papa Francesco.
Luca Kocci
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