Bisogna dargliene atto. Quando i tedeschi credono in qualcosa non vanno per il sottile. Questa volta si sono messi in testa di fare un miracolo: costruire il primo luogo di culto al mondo condiviso da cristiani, ebrei e musulmani. E ci stanno riuscendo.
Si chiamerà The House of One, sorgerà a Berlino e ospiterà una chiesa , una sinagoga e una moschea sotto un unico tetto. Un edificio dove i fedeli delle principali fedi monoteistiche potranno pregare, confrontarsi, conoscersi, imparare a non odiarsi. Ma lo spazio mira a essere la casa di tutti: circa il 19 per cento dei 3 milioni e mezzo di berlinesi si dichiara infatti protestante, l'8 per cento è musulmano e lo 0,9 per cento ebreo. Spicca quel 60 per cento, che si dice ateo o non appartenente a nessuna delle tre fedi, che nessuno vuole lasciare indietro o escludere.
Senza nulla togliere al fotografatissimo abbraccio tra Shimon Peres e Abu Mazen, sotto lo sguardo benevolo di Papa Francesco l'8 giugno scorso, è nella capitale tedesca che il pastore protestante Gregor Hohenberg, il rabbino Tovia Ben-Chorin e l'Imam Kadir Sanci, stanno ponendo le basi della convivenza e del rispetto.
L'idea è nata nel 2009, quando gli archeologi a lavoro nella zona chiamata l'isola dei musei a Berlino, portarono alla luce i resti della più antica chiesa della città, il Petrikirche, risalente al 1350.
“Abbiamo subito pensato che in questo luogo, che è il sito di fondazione di Berlino, si sarebbe dovuto costruire qualcosa di visionario”, ha detto il pastore Hohenberg, il primo ad avviare il progetto, al giornale inglese The Indipendent. “Berlino è la città della caduta pacifica del Muro e luogo di convivenza tra credenti di fedi diverse che aspirano a capirsi”.
E, a pensarci bene, il luogo prescelto non poteva che essere questo: “la città delle ferite e miracoli", come l'ha definita il rabbino Tovia Ben-Chorin. La città “in cui è stato pianificato lo sterminio degli ebrei”, ma anche una delle metropoli tedesche con la più alta concentrazione di musulmani, perlopiù da lavoratori stranieri provenienti da paesi islamici come la Turchia. (In Germania la comunità musulmana conta circa 4 milioni di persone, il 4,9% della popolazione). Una città multiculturale e aperta, dove in alcuni casi serpeggiano ancora il pregiudizio e la diffidenza verso l'altro. “Questo edificio favorirà un dialogo consapevole tra fedi e culture diverse”, ha aggiunto l'Imam Kadir Sanci, “Vogliamo che i nostri figli abbiano un futuro in cui la diversità è la norma”.
Il progetto che l'architetto Wilfried Kuehn ha realizzato è ambizioso, anche perché i tre edifici saranno separati, ma con una grande area centrale comune. “Non si trattava di mettere insieme le tre religioni - ha spiegato l'architetto - ma di assicurare il riconoscimento reciproco”.
Il 10 giugno è stata poggiata la prima pietra nel cantiere in Gertraudenstraße, ma per tutte quelle che dovranno seguire ci si affida a un altro miracolo: raccogliere i restanti 43,5 milioni di euro necessari per la sua realizzazione (10 milioni di euro sono stati già raccolti grazie a sponsor) interamente con le donazioni. Ognuno può partecipare “comprando” un mattone al costo di 10 euro. Ciò che verrà costruito non sarà solo un edificio di culto, ma la casa della speranza per tutti.
© Riproduzione riservata
Alexis Paparo
Scrivi commento