La decisione dopo la campagna degli "Studenti di sinistra". Ma per il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi "i problemi sono
altri"
FIRENZE. Il crocifisso appeso nelle aule torna a dividere: questa volta a ingaggiare la battaglia sono gli studenti universitari di sinistra. A Firenze il rettore Alberto Tesi, dopo una mozione presentata al Senato accademico per togliere i simboli religiosi dai luoghi universitari, ha risposto disponendo un censimento di quelli presenti in tutte le sedi. "E' stato preso atto della richiesta: adesso, come sempre, - ha affermato Tesi, stamani in occasione della cerimonia di saluto alle matricole in Palazzo Vecchio - faremo l'istruttoria". A decidere in merito all'accoglimento della proposta di rimozione dei crocifissi, ha spiegato, non sara' lui, ma "il Senato accademico: e' l'organismo preposto a esprimersi su queste cose, la decisione e' collegiale, e arriverà' quando i tempi saranno maturi", ha sottolineato Tesi.
Una risposta che sembra non dispiacere agli studenti impegnati nella campagna denominata 'scrocifiggiamo l'università''. "Il censimento dei crocefissi in conseguenza della nostra mozione e' stato senz'altro un passo apprezzabile", osserva Arturo Mugnai degli Studenti di sinistra. "Ma l'obiettivo, e la priorità, ovviamente resta toglierli dagli spazi dell'università e siamo fiduciosi che il Senato accademico, nella prossima seduta, potrà accogliere la nostra richiesta", insiste.
La mappatura dei crocifissi che non implica, dunque, al momento, nessuna scelta per il futuro è la risposta a un tema delicato che già in passato anche a Firenze aveva sollevato polemiche. Circa un anno e mezzo fa, dopo i lavori di ristrutturazione dell'aula magna dell'Università fiorentina, era stato rimosso il crocifisso. Un'idea che aveva allora sollevato la reazione anche dell'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori: "Se i crocifissi danno fastidio negli spazi laici della cultura, verrebbe voglia di riprenderli, con Madonne e Santi, da Uffizi e altri musei", aveva detto il cardinale.
Finora, nonostante la mozione, il Senato accademico non ha affrontato l'argomento. Gli studenti vanno avanti: "Non abbiamo trovato un clima sfavorevole alla nostra proposta - rilevano - salvo le ovvie resistenze mostrate da parte degli studenti di Lista aperta, chiaramente orientati a livello politico. La nostra non e' una battaglia politica: e' una battaglia condotta nel nome della laicità delle istituzioni".
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