Le indagini sono nate da alcuni disegni in cui un ragazzino si raffigurava come innamorato di un principe azzurro con le fattezze di un prete della zona. E dopo le verifiche e le perizie il parroco è stato indagato dalla procura di Lucca, fascicolo nelle mani del Pm Antonio Mariotti, con l'accusa di pedofilia. L'indagine è iniziata un mese fa dalla denuncia dei genitori del minorenne dopo che gli assistenti sociali avevano segnalato le anomalie nei sui disegni durante le lezioni all'interno del convento dell'entroterra versiliese in cui era ospitato con la famiglia. Da lì l'atroce racconto, quello di attenzioni sessuali da parte di un parroco nei confronto del ragazzino, allora 12enne, che sarebbero arrivate fino a veri e propri abusi sessuali. L'indagato ha fin qui negato ogni addebito ma intanto la Curia pisana guidata dal vescovo Giovanni Paolo Benotto, competente per la Versilia storica, lo ha rimosso dalla parrocchia per una destinazione tenuta ignota. Un caso che riporta alla cronaca l'ennesimo caso, seppure ancora deve approdare nelle aule del tribunale per cui chiede chiarezza anche la Rete L'Abuso, che così stigmatizza la situazione: “In merito alle notizie di stampa sulle indagini a carico di un sacerdote accusato di abusi sessuali su un 12enne ospite di una struttura religiosa nella diocesi di Pisa, la Rete L’abuso, movimento a sostegno delle vittime degli abusi sessuali del clero, ringrazia la stampa locale che ha sollevato il silenzio sulla vicenda. Ferma restando la presunzione di innocenza, la Rete stigmatizza il comportamento omertoso della diocesi di Pisa, che ha trasferito il sacerdote indagato senza renderne note le ragioni. Questo atteggiamento ci dimostra che niente è cambiato nella logica ecclesiale di soffocare lo scandalo. La Rete chiede di sapere se questo sacerdote sia tuttora in servizio e se sia a contatto coi minori. Chiede inoltre di sapere quando la diocesi di Pisa è stata informata delle accuse nei confronti del sacerdote e se abbia inoltrato denuncia, all’autorità giudiziaria, trattandosi di un reato perseguibile d’ufficio. La Rete si domanda infine quali provvedimenti canonici sono stati presi nei confronti del sacerdote e quali iniziative la diocesi di Pisa ha preso a tutela della vittima. La Rete è consapevole che i crimini venuti alla luce sono solo la punta dell’iceberg ben oltre l’ammissione di papa Francesco che i preti pedofili sono il 2% del clero. L’enormità del problema ci è da stimolo nel perseguimento della verità e della giustizia. Per questo seguiremo tutti gli sviluppi del caso”.
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