Nella crisi generale che investe il mercato librario italiano (-14,7% nell’ultimo triennio), va male anche l’editoria religiosa, che perde solo un po’ meno di quella laica (-12,5%), probabilmente
anche grazie al grande successo dei libri “di” e su papa Francesco.
L’Unione editori e librai cattolici italiani (Uelci) fa il punto della situazione in occasione dell’annuale appuntamento dell’Osservatorio sull’editoria religiosa e dà i numeri della crisi. Il mercato del libro in Italia perde 212 milioni di euro in tre anni, con un decremento del 14,7%. Le librerie online si assestano al 12% del mercato (al netto di Amazon) e gli e-book interessano almeno un milione di lettori.
Il libro religioso vale circa 78 milioni di euro, pari al 9% del mercato generale. I titoli di questo settore pubblicati nel 2013 sono stati 5.798, con un incremento dell’8% negli ultimi quattro anni. La produzione occupa stabilmente, da diversi anni, il 6,5% del totale dei libri stampati e vede progressivamente crescere l’interesse degli editori laici che assorbono il 27% del settore (pari a 1.616 titoli). Gli interessi dell’editoria laica per la religione si dirigono prevalentemente verso l’area riflessiva (religioni e storia in particolare), ma ormai anche aree come la pastorale e la spiritualità vengono sempre più frequentate dai nuovi editori (rispettivamente il 19% della pastorale e il 29% della spiritualità). Anche il prezzo gioca un ruolo decisivo nella sfida alla crisi: il libro religioso costa, in media, il 19% in meno rispetto al libro di varia, all’interno di un trend costantemente in decremento e stabilmente deflattivo. Le librerie laiche si mostrano sempre più interessate al libro religioso, soprattutto le indipendenti. Anche se, ovviamente, quelle religiose rappresentano ancora il canale distributivo più importante.
Nella stessa occasione sono stati presentati anche i dati di un sondaggio (“Gli italiani e l’editoria religiosa”) condotto dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli.
Un primo rilevamento riguarda il tempo dedicato alla lettura che, in Italia, cala sempre di più. Se la televisione mantiene ancora uno spazio importante all’interno dei consumi giornalieri (ma in calo di 2 punti percentuali dal 2005), a occupare sempre più gli interessi del tempo libero degli italiani è internet, anche con forme di fruizione e di partecipazione attiva come i blog, i social network sociali e professionali, wiki e la produzione di contenuti.
Per quanto riguarda la lettura dei libri religiosi, il sondaggio Ipsos stima in un 11,5% (pari a circa 5,7 milioni) il numero di italiani maggiorenni che nel corso dell’anno 2013 hanno letto almeno un libro di argomento religioso. Rispetto al 2012 assistiamo ad un calo del 2,2%, per un ammontare di 1.194.000 lettori in meno.
Un’attenzione particolare va verso il profilo del lettore prevalente di questo segmento editoriale: donne, laureati, studenti, casalinghe, residenti nelle regioni del centro Italia, cattolici praticanti impegnati in organizzazioni religiose o credenti in altre religioni. Sono persone di buona cultura, spesso impegnate nell’ambito ecclesiale. I libri religiosi letti nell’ultimo anno si assestano sui 10,5 milioni (3 in meno rispetto al 2012). Un numero rispettabile e rappresentativo di un interesse comunque marcato degli italiani verso l’editoria religiosa.
Il 35% dei lettori dichiara di aver acquistato l’ultimo libro letto, il 24% invece lo aveva già in casa, il 18% lo ha ricevuto in prestito da qualcuno, il 15% lo ha ricevuto in regalo, il 5% lo ha preso in prestito da una biblioteca. Sale la quota di libri religiosi letti in formato digitale (e-book) che nel 2014 viene stimata nel 3,9% del totale (nel 2012 era il 2,3%). Sale di ben 7 punti percentuali anche il sentimento di devozione che spinge alla lettura di un libro religioso (15%). Tuttavia sono l’approfondimento della fede e la ricerca culturale le motivazioni più rilevanti che spingono gli italiani a scegliere di dedicarsi alla lettura di un libro religioso.
Luka Cocci
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