Che il Movimento 5Stelle di Grillo sia una accozzaglia di persone senza capo né coda ce ne siamo accorti. Né più né meno di quello che era la Lega di Bossi. Che uno dei loro parlamentari, Di Battista, se ne sia uscito, tempo fa, sostenendo la necessità di dialogare con l'Isis, non meraviglia più di tanto: dove non ci sono humus culturale e conoscenza storica, dove prevale l'ideologia o il fanatismo religioso, dilagano l'ignoranza e l'idiozia. Che uno come Marco Pannella - ultimo esemplare, per fortuna, di un movimento, il radicale, tanto vecchio quanto inutile e costoso - Radio Radicale costa alla collettività oltre un milione di euro all'anno - gli dia ragione in nome del pacifismo e della non violenza, dimostra come gli italiani, soprattutto una certa tipologia, sarebbero pronti a mattersi nelle più varie e provocanti posizioni piuttosto che insorgere contro il nemico dell'Islam che minaccia l'Occidente. Oriana Fallaci aveva ragione. L'Islam è il nemico che noi accogliamo da amico, ma che, in realtà ci odia e sogna di distruggerci. Ebbene, fatta questa divagazione, forse sarebbe il caso di analizzare più da vicino non tanto le similitudini esistenti tra i terroristi del Califfato e le Brigate Rosse di italiana memoria, quanto l'area di contiguità che li accomuna.
Durante gli anni Settanta e Ottanta, le Brigate Rosse e, in generale, il terrorismo di sinistra godevano di una simpatia tutt'altro che minoritaria. I gruppi dell'estrema sinistra prima, le formazioni terroristiche dopo, hanno avuto appoggi di varia natura in altrettanti gangli della politica e della società italiana, al punto da essere considerati, all'inizio e per un bel po' di tempo, 'compagni che sbagliano', ma pur sempre compagni. Gli omicidi e gli attentati delle Brigate Rosse venivano accolti da più parti con ammirazione e compiacimento. Addirittura qualcuno ha ricordato l'alone di mistero e di approvazione che circondavano coloro che militavano nella lotta armata, soprattutto negli ambienti della sinistra radical chic. L'idea che finalmente qualcuno imbracciasse le armi per raggiungere quel comunismo tanto agognato, faceva sentire in colpa molti pseudo intellettuali comunisti e non che vedevano, a fronte del loro immobilismo culturale, il coraggio e la geometrica potenza delle armi.
Oggi, smantellato il terrorismo solo e soltanto dopo la strage di via Fani e quando la politica italiana e la Dc si resero conto che era stato portato l'attacco al cuore dello Stato ossia alle loro persone, il terrorismo dell'Isis e dell'Islam più radicale sta trovando molti adepti e simpatizzanti proprio nella stessa sinistra che vede nei terroristi islamici la riedizione, sia pure sotto forme diverse, dell'attacco al Sistema e all'Occidente stesso. Esiste, nel nostro Paese, un'area schierata tutta con l'antagonismo e la sinistra più o meno massimalista, area di ampie dimensioni e convinta della propria immunità, sorretta e appoggiata dai mass media della capitale apertamente comunistoidi e di sinistra o anche solo radical chic come quelli degli anni Settanta e Ottanta, che vede di buon occhio l'America in difficoltà, la ribellione del popolo arabo, le aggressioni a Israele, il lancio di missili da parte dei palestinesi. Non dimentichiamoci che le Brigate Rosse avevano contatti, sia pure di natura superficiale, con l'Olp e che in Italia, in quegli anni, gli anni del Caf, i killer dei servizi segreti di Gheddafi avevano vita abbastanza facile per poter uccidere gli oppositori che si erano rifugiati nel nostro paese.
Oggi, esiste un'area di contiguità tutta di sinistra e tutta italiana e ne esiste un'altra, che si fa finta di non vedere, ma che alberga nel cosiddetto Islam moderato che tanto moderato poi non deve essere se non abbiamo ancora visto uno dei suoi rappresentanti sconfessare apertamente i fratelli musulmani. Questo perché anche per il più moderato degli islamici sarà sempre meglio un musulmano integralista di un italiano o di un europeo laico ed occidentale. Oriana Fallaci aveva capito tutto. Non esiste possibilità di dialogo con chi vuole morte e violenza. Solo la forza e la violenza che è la sua conseguenza inevitabile, possono indurre a più miti consigli i pazzi fanatici e furiosi che vogliono distruggere l'Occidente. Anche se, lo diciamo con amarezza, potrebbero anche aspettare tranquillamente qualche decennio che i nostri politicanti da strapazzo - Renzi, Boldrini, Alfano e via di questo passo - consegnino loro le chiavi del Paese tanto bramano di integrarsi con gli arabi e di farli integrare.
Ma al di là delle simpatie, ciò che preoccupa è anche la scarsa presa di coscienza del pericolo che l'Islam e l'Isis rappresentano per la nostra identità culturale e per il nostro Paese. Questo, forse, è il dramma più grande, la non percezione della situazione oggettiva.
Aldo Grandi
Scrivi commento