Il panpsichismo o pampsichismo è un concetto appartenente all'ambito filosofico.
Esso ritiene che tutti gli esseri, viventi e apparentemente non viventi, posseggano delle capacità psichiche.
Hanno inserito concetti panpsichici nelle loro dottrine Talete, Platone, Telesio, Campanella,[1] Giordano Bruno,[2] Patrizi,[3] Leibniz,[4] Maupertuis.[5]
Si tratta di una concezione tipica in particolare della filosofia rinascimentale, influenzata dal neoplatonismo, secondo cui le idee platoniche, oltre a trascendere il mondo, sono anche immanenti allanatura, diventando la ragione costitutiva dei singoli organismi e di tutto ciò che esiste.
Il cosmo risulta così animato da un principio intelligente, veicolato in esso da una comune e universale Anima del mondo.[6]
Leibniz prosegue nell'ottica neoplatonica, attribuendo capacità di pensiero alla materia.
Egli concepisce tutto l'universo come popolato da centri di energia o monadi, che sono dotate ognuna di proprie personali rappresentazioni, anche se spesso inconscie.
Ogni monade è un'entelechia impermeabile e chiusa in se stessa, ma le sue rappresentazioni trovano corrispondenza con quelle altrui perché sono tutte coordinate da Dio, come tanti orologi sincronizzati tra loro, secondo un'armonia prestabilita.
Le varie percezioni di ogni singola monade si combinano così fino a formare un quadro complessivo e unitario che è l'appercezione divina.
Leibniz si propone di correggere la concezione di Cartesio, che aveva postulato una rigida separazione tra res cogitans e res extensa, in base alla quale si avrebbe da una parte il pensiero (o la coscienza), e dall'altra la materia inerte, concepita in forma meccanica.
Postulare due sostanze è per Leibniz una visione irrazionale, per rimediare alla quale si deve necessariamente supporre che pure la materia apparentemente inorganica abbia proprie percezioni.
Anche Giacomo Leopardi per certi versi ha fatto riferimento al panpsichismo, dichiarando: «Che la materia pensi, è un fatto».
Recentemente Galen Strawson ha difeso la teoria panpsichista, indicando come proprio
un'interpretazione materialista e riduzionista della filosofia della mente debbano portare effettivamente ad una posizione assimilabile al panpsichismo.
Questa opinione non è però condivisa da tutti gli studiosi, giacché teorie panpsichistiche si trovano in filosofi dichiaratamente contrari ad approcci materialistici e riduzionistici (es. Platone, Leibniz, ecc.).